In 3 anni servono 245 nuovi medici
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- Alto Adige
BOLZANO. La giunta provinciale ha stabilito con una delibera che nel triennio 2012-2014 alla sanità altoatesina serviranno 245 nuovi medici. Le specialità più in sofferenza sono Anestesia, Chirurgia generale, Medicina interna, Ortopedia, Pediatria e Psichiatria. Un fabbisogno concordato dopo aver sentito iI Comitato provinciale per la programmazione sanitaria e l’ Ordine del medici. Il capo Dipartimento Florian Zerzer spiega che la richiesta di nuovi medici è in continuo aumento in Alto Adige come in tutta Italia. Cresce – infatti – il numero di professionisti che si avvicina all’ età della pensione che si fa sempre più fatica a rimpiazzare perché negli anni, per colpa del numero chiuso, dalle università sono usciti sempre meno dottori. «Per il triennio 2009-2011 avevamo stimato un fabbisogno di 198 medici – precisa Zerzer – e adesso ci troviamo a quota 245». La direttrice dell’ ufficio formazione personale sanitario della Provincia – Veronika Rabensteiner – ha in mano tutti i dati. «Il problema è reale. Da una stima fatta da noi insieme all’ università di Trento emerge che dal 2011 al 2015 andranno in pensione 62 medici dipendenti dell’ Asl e che dal 2016 al 2020 se ne aggiungeranno altri 152. Nel prossimo quinquennio poi la medicina generale vedrà 58 professionisti lasciare l’ attività». Ma l’ Alto Adige come si sta muovendo per non farsi trovare impreparato? «Dal 1986 la Provincia finanzia gli specializzandi sia in Italia che all’ estero ed a proposito vorrei dire che dal 2008 ad oggi abbiamo aumentato di un milione i fondi dedicati alla formazione specialistica che oggi toccano i 3 milioni e mezzo di euro l’ anno». Ma dove vengono formati i "nostri" specializzandi? «Abbiamo convenzioni sia con le università italiane che con quelle estere. Diciamo che in Italia i nostri punti di riferimento sono Padova e Verona dove a tutt’ oggi sono impegnati nella specialità 37 medici. Altri 33 si trovano Oltreconfine negli atenei di Innsbruck, Monaco, Ratisbona e Salisburgo ed altri 33 occupano i posti di formazione disponibili nei vari reparti dell’ Alto Adige. Certo non è colpa nostra se non tutte le facoltà sono ambite». Un esempio per tutti? «Sì, nessun problema a trovare dermatologi ma difficilissimo reperire radiologi». A proposito della presenza di specializzandi all’ interno degli ospedali altoatesini Zerzer spiega che si fa tanto ma si potrebbe fare di più e meglio: «Il sistema è partito due anni fa ma la legge prevede che gli specializzandi non possano fare guardie e nemmeno part time fattore che diventa limitativo». A tutt’ oggi sono 1.099 i medici occupati all’ interno dei sette ospedali e di questi – così si legge in una risposta dell’ assessore alla sanità Richard Theiner ad un’ interrogazione presentata da Pius Leitner dei Freiheitlichen – 163 non sono in possesso del patentino di bilinguismo, «cosa peraltro permessa dalla normativa in vigore per contratti con durata annuale che si possono rinnovare», precisa Theiner. Il problema per l’ Alto Adige comunque sia rischia di essere duplice e di abbracciare oltre alla carenza di medici anche quella di medici senza patentino. Anche per questo l’ assessorato lavora all’ attivazione del modello americano di Medical School che potrebbe offrire una soluzione a livello di Euregio. «Stiamo trattando con Roma da mesi – riprende Zerzer – e sapremo solo entro l’ estate se il ministro Gelmini ci darà l’ ok all’ attivazione di una facoltà di Medicina. Diciamo che se riusciremo a superare l’ ostacolo punteremo ad una soluzione di tipo transfrontaliero che coinvolga Alto Adige, Tirolo, Trentino. Tutti sono interessati al nostro progetto». Intanto è di questi giorni la notizia che il Codacons abbia diffidato il ministro Gelmini: «Va abolito il numero chiuso che limita l’ accesso di candidati camici bianchi all’ università». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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