13 Febbraio 2013

Imu, gli italiani hanno pagato 23,7 miliardi

Imu, gli italiani hanno pagato 23,7 miliardi

 

Nessuna rivolta fiscale. Anzi. L’ Imu ha fatto entrare nelle casse dello Stato di 1,2 miliardi in più rispetto alle previsioni. I dati ufficiali sono stati comunicati ieri dallo stesso ministero dell’ Economia e finanze (Mef): gli italiani hanno versato 23,7 miliardi di euro contro i 22,5 preventivati. «La campagna mediatica portata avanti per non pagare l’ Imu non ha funzionato, non c’ è stata alcuna rivolta fiscale», dichiara soddisfatto il sottosegretario all’ Economia, Vieri Ceriani, commentando i dati finali sul gettito. «I dati ci confortano – continua – abbiamo preso quanto preventivato, la grande massa dei contribuenti ha capito che era un sacrificio da fare». Le due rate previste, e i conseguenti problemi di calcolo per i contribuenti, hanno suddiviso i versamenti in 9,9 miliardi di acconto a primavera e 13,8 di saldo a dicembre. Hanno versato l’ imposta ben 25,8 milioni di contribuenti. Per quanto riguarda la prima casa, il gettito, comprensivo delle aliquote comunali, è stato di 4 miliardi. L’ abitazione principale è stata pagata da 17,8 milioni di contribuenti, per un importo medio di circa 225 euro: l’ 85 per cento dei contribuenti ha effettuato versamenti compresi en tro i 400 euro, per un gettito complessivo pari a circa il 54 per cento del totale. Il 6,8% ha versato oltre 600 euro, con un gettito di poco inferiore al 30% del totale. Un quarto dei contribuenti è stato esente dal pagamento per effetto delle detrazioni. Nel complesso 600 milioni di euro sull’ abitazione principale derivano dagli aumenti di aliquota fissate da quasi tutti i Comuni. Il gettito Imu è stato praticamente uguale a quello della (fu) Ici. Sulla prima casa nel 2012, ad aliquota standard, cioè al netto delle manovre comunali, è stato pari a 3,4 miliardi, mentre il gettito dell’ Ici, nel 2007, ultimo anno di vigenza dell’ imposta, era pa ri a 3,3 miliardi. Il gettito derivante da fabbricati diversi dall’ abitazione principale è ammontato a 17,9 miliardi, quello sui terreni ha registrato invece un gettito di 628 milioni di euro. I motivi dell’ alto gettito e della mancata rivolta fiscale sono spiegati da Vieri Ceriani con il fatto che «si tratta di un’ imposta molto difficile da evadere». Sui dati di ieri si è poi scatenata una polemica politica. Ha iniziato l’ ex ministro Renato Brunetta, che ha attaccato Monti: «Usa in maniera scorretta dati del ministero dell’ Economia e delle Finanze che non sono a disposizione di tutti». «Da settimane- aggiunge- chiediamo i dati sul gettito dell’ Imu prima casa, seconda casa, capannoni industriali ed extragettito e da settimane dal governo vengono solo silenzio e opacità. Ieri mattina Mario Monti ha anticipato qualche numero, evidentemente in suo possesso. È questa la correttezza istituzionale di Mario Monti? Quella di usare in campagna elettorale, a fini di parte, dati che non sono a conoscenza di tutti?», chiude Brunetta. I consumatori invece traggono dai dati conclusioni ottimiste sul futuro. I dati sull’ Imu diffusi dal ministero dell’ Economia «dimostrano che i Comuni hanno maggiorato l’ Imposta sulla prima casa solo di 600 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali, preferendo fare cassa sulla seconde abitazioni – afferma il Codacons in una nota – . Questo significa che c’ è tutto lo spazio, senza compromettere i bilanci comunali, per ridurre la tassazione sulla prima casa, abbassando l’ aliquota base e controbilanciando la riduzione di gettito con l’ introduzione di una nuova aliquota per le case sfitte e le terze case, rendendo più progressiva l’ imposta». Per il Codacons è «assurdo che oggi sia teoricamente possibile avere una aliquota base per la prima casa dello 0,6% (0,4 + 0,2) ed una sulla seconda di 0,46% (0,76 – 0,3), ossia inferiore».

m. fr. roma

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