Impianti di distribuzione ecco i nuovi padroni Benzina, il grande business
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fonte:
- la Repubblica
GIOACCHINO AMATO UNAFFAREda 30 milioni di euro che permette alla palermitana GRS Petroli della famiglia Giuliano di balzare in testa come numero di impianti nella classifica dei grandi gruppi siciliani che gestiscono le reti di distributori di carburante, scalzando l’ imprenditore modicano Saro Minardo. L’ acquisizione dell’ intera rete siciliana della Erg, circa 200 impianti gestiti attraverso la Erg Oil Sicilia che entro dicembre sarà totalmente nelle mani di Grs, è un’ operazione da “grandi numeri” che scuote un settore investito dalla crisi e da una urgente necessità di avviare una rapida razionalizzazione. Nello scenario nazionale segna la definitiva uscita della società della famiglia Garrone dal settore petrolifero per concentrarsi sulle energie rinnovabili dopo la cessione della raffineria Isab di Priolo ai russi di Lukoil. Per la Grs, si tratta di un salto ad una dimensione imprenditoriale indubbiamente più grande e il management non nasconde l’ intenzione «di fare business anche con Lukoil». Capostipite dell’ azienda è Giacomo Giuliano, da 40 anni nel settore dei carburanti e che nel 2003 insieme ai figli dà vita all’ impresa che al momento conta 47 impianti, il 70 per cento con marchio Kuwait e il resto con il logo Grs. Un giro d’ affari da 50 milioni di litri di carburante che equivale a circa 75 milioni di fatturato. Adesso lo shopping della rete Erg che comprende anche l’ area di servizio autostradale di Caracoli Sud e le due di Gelso Bianco. «Creeremo una rete diversificata – spiega il general manager Davide Maniscalco – con tre tipologie di distributori, i “top” con marchio Q8, i medi con brand Grs e una parte di rete completamente automatica». Una razionalizzazione che porterà a chiudere una ventina di siti meno remunerativi e attestarsi su circa 230 impianti. Ma soprattutto a diversificare l’ offerta in modo da resiste- alla flessione del mercato che in Sicilia ha perso il 25 per cento ed alla grande concorrenza dovuta ad un numero di distributori che in Sicilia è molto maggiore della media italiana e europea e si attesta su 2200 impianti, appena 200 in meno di dieci anni fa. Nello stesso periodo negli altri Paesi dell’ Unione Europea gli impianti si sono dimezzati e non solo. «Da noi il 90 per cento del guadagno viene dai carburanti – ricorda Luciano Parisi di Assopere troli Sicilia – e solo il 10 dalla vendita del “non oil”, dai giornali a panini e caffè fino a altri prodotti. In Europa è esattamente il contrario e questo, insieme all’ eccessivo numero di impianti, assottiglia i guadagni, soprattutto per i gestori che stanno scomparendo. I proprietari tendono a tagliare i costi e il gestore fa parte di questi ». Per i proprietari, invece, l’ affare continua a essere più che interessante, a costo di attrezzarsi per vendere gpl e metano. diversificare i servizi in modo da arginare la concorrenza dei “distributori no logo”, quelli indipendenti, che secondo il Codacons in Sicilia sono una ventina. Ma anche evitando di partecipare alle nuove gare Anas per ottenere la gestione quinquennale delle aree di servizio che lo scorso anno, secondo Assopetroli, hanno perso il 57 per cento di incassi. Così le gare da tempo vanno spesso deserte. Dei 2200 impianti siciliani solo il 40 per cento è di proprietà dei grandi gruppi, da Esso a Eni, Lukoil, Ip e altri. Il resto è in mano ai “retisti” privati. A iniziare dalla Sp Energia, fondata dal cavaliere del lavoro catanese Sebastiano Pappalardo, scomparso nel 2010 ed ora in mano ai nipoti con circa 150 impianti che si estendono fuori dall’ isola, da Calabria e Basilicata fino a Lazio e Lombardia. Ma il re dei fatturati fino ad oggi è il modicano Saro Minardo che con i figli Raimondo e Nino controlla la Giap Petroli, solo una parte di un piccolo impero che si estende nel settore turistico ed editoriale ma che da sola fattura 300 milioni di euro grazie a circa 135 impianti. In quarta posizione la messinese Saccne Rete presieduta da Gaetano Basile che gestisce 48 impianti Ip nelle province di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa. Secondo Assopetroli, dei 2200 impianti ne dovrebbero scomparire più della metà e all’ Assemblea Regionale è in discussione il nuovo testo unico che regola il settore. «Noi siamo per la liberalizzazione – afferma Maniscalco a nome della Grs – come prevedono le norme Ue e la bozza in discussione. Ma alcuni, anche Assopetroli con la quale siamo molto critici, vogliono mettere dei paletti per salvaguardare l’ esistente». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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