IMPENNATA DELLA BENZINA AI MASSIMI DA SETTE ANNI ANCHE CAFFÈ, LUCE E GAS NELL’AUTUNNO DEI RINCARI
- fonte:
- Gazzetta dello sport
di Pierluigi Spagnolo 1Siamo destinati ad un autunno di rincari? Parrebbe di sì. Gli automobilisti se ne sono già accorti dai prezzi del carburante al distributore, in tutta Italia. Non solo. Poi ci sono le bollette di luce e gas, più salate già dal 1° ottobre.E gli aumenti non sembrano fermarsi qui. Riguarderanno anche molti prodotti che metteremo in tavola nelle prossime settimane, compresi i dolci delle feste di Natale. Potrebbe costare di più persino la pausa al bar per un caffè. Partiamo dalla benzina e dal gasolio, con i quali si confrontano tutti coloro che utilizzano i veicoli per spostarsi o lavorare. Per ritrovare prezzi dei carburanti così alti, bisogna tornare indietro al 2014. Negli ultimi giorni si sono registrati ancora dei rialzi dei prezzi, con la benzina che – secondo il monitoraggio di Quotidiano energia – è arrivata a costare anche 1,95 euro al litro (per il “servito”, fino a 1,74 al self service), mentre il gasolio costa anche 1,74 euro al litro (sempre in modalità “servito”, mentre al fai-da-te costa in media 1,60 euro al litro). E il metano per l’auto? Secondo uno studio del Mise, condotto assieme alla rivista Altro Consumo, il rincaro negli ultimi tre mesi si attesta sopra il 25%. Il prezzo è schizzato oltre i 2 euro al chilo. Tanto che, per fare il pieno ad una utilitaria, attualmente servono anche 20 euro, il doppio di un anno fa. 2Ma da cosa dipendono questi rincari? Ci sono cause e concause, come avviene quasi sempre su temi economici. Finiti ovunque i lockdown, terminate le restrizioni dovute alla fase più cupa della pandemia, si sta registrando una crescita generalizzata della domanda di carburanti,a cui non corrisponde una adeguata crescita dell’offerta. È lo stesso problema che ritroviamo alla base della questione energetica,e dipende anche dal mancato accordo tra i Paesi dell’Opec sulla produzione di greggio. Nel caso italiano, poi, il prezzo dei carburanti è sicuramente appesantito dall’Iva (al 22%) e dalle accise (contributi aggiuntivi per finanziare dalle missioni umanitarie alle ricostruzioni dopo i terremoti) che si trascinano da decenni e incidono sul prezzo di benzina e diesel all’incirca per il 60% (dal 1995 l’accisa è però unica). Sono tasse che tutti i partiti politici, nel corso degli anni, hanno promesso di ridurre o eliminare del tutto, ma che sono ancora lì. In Europa, solo i Paesi Bassi e il Regno Unito hanno imposte indirette più alte del nostro Paese. 3I consumatori già annunciano battaglia.I rincari, che colpiscono gli italiani su più fronti, preoccupano le associazioni. «Siamo davanti ad una escalation senza sosta, che porta giorno dopo giorno ad aggravare il conto pagato dagli automobilisti per il pieno di carburante.E determina oggi una maggiore spesa su base annua, solo per i rifornimenti alla pompa. Si tratta di 413 euro in più a famiglia, nel caso di auto a benzina,e di 399 euro in più l’anno per un’auto diesel», è la denuncia del Codacons. «È assurdo che di fronte alla corsa dei listini al distributore, il governo sia inerte e non intervenga — attacca il presidente Carlo Rienzi — la benzina costa oggi oltre il 20% in più da inizio anno mentre, rispetto al 2020, il gasolio ha subito un’impennata del +26,4%. Il governo Draghi deve adottare misure per contenere gli effetti del caro-benzina sulle tasche ei consumatori. E tagliare l’abnorme tassazione che vige sui carburanti perché, in caso contrario, le conseguenze per la collettività saranno pesanti,e si faranno sentire già a Natale, che rischia di essere il più “salato” degli ultimi anni sul fronte di prezzi e tariffe», sottolinea ancora il presidente del Codacons. 4Ci sono anche i rincari delle bollette di luce e gas. E i tentativi di ridurli in parte… Gli incrementi,in parte “calmierati” dall’intervento del governo sui redditi più bassi, sono cominciati a partire dal 1° ottobre, con punte del 30-40%. Il 23 settembre scorso, proprio alla vigilia degli aumenti, il governo ha varato un decreto che stanzia circa 3 miliardi per “sterilizzare” gli aumenti per sei milioni di utenze, tra famiglie e imprese. Ma anche in questo caso, perché stiamo pagando di più? Incidono anche alcune questioni internazionali. La richiesta di energia è cresciuta a dismisura, scatenata dalla ripresa delle attività dopo i mesi più difficili della pandemia. La disponibilità di materie prime, invece, non è sufficiente a soddisfare tutte le necessità. Il metano, inoltre, non basta per tutti, con le energie alternative che non riescono a sopperire pienamente. Oltre al decreto di qualche settimana fa, il governo ha anche deciso di stanziare altri soldi nella prossima Manovra, per fronteggiare i rincari: previsti due miliardi per il 2022 e altrettanti per l’anno successivo,si legge nel Documento programmatico di bilancio approvato martedì dal Consiglio dei ministri. Il testo – appena inviato a Bruxelles – rappresenta la base della Legge di bilancio che il governo varerà, con un disegno di legge, già nella prossima settimana,e che arriverà all’approvazione finale del Parlamento entro la fine dell’anno. Il governo ha previsto l’istituzione di un fondo ad hoc con l’obiettivo di «sostenere le famiglie e supportare la ripresa economica.
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