10 Gennaio 2018

Ilva, Comune e Regione oggi firmano la proposta

e il tar di lecce si aggiorna al 6 marzo per la competenza sul ricorso
TARANTO. Lo schema di accordo di programma sull’ Ilva è praticamente pronto e anche l’ allegato tecnico riguardante in particolare gli aspetti tecnico -ambientali, è stato definito. Ma l’ ultima parola spetta stamattina al governatore Miche le Emiliano e al sindaco Ri naldo Melucci che alle 10.30 negli uffici della Regione valideranno politicamente il lavoraccio fatto dai tecnici dei due enti Valenzano-Ciaccia-Pisa no negli ultimi convulsi giorni. L’ accordo di programma, lungo 23 articoli, che Comune di Taranto e Regione Puglia sottoporranno alla presidenza del Consiglio, al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al Ministero della Salute, ai Comuni di Statte, Crispiano, Montemesola e Massafra, alla Provincia di Taranto, ai Commissari Straordinari dell’ Ilva e ad Am Investco, la società formata da Arcelor Mittal e Gruppo Marcegaglia per acquistare il complesso siderurgico, nei contenuti rispecchia in larga misura quanto già anticipato dalla Gazzetta. Ovvero: l’ avvio concreto della decarbonizzazione, subordi nando il riavvio dell’ Altoforno 5 all’ utilizzo del gas e l’ utilizzo, dopo il ri-efficientamento, degli altri 3 altiforni sempre a gas; l’ adozione di misure in grado entro 6 mesi di far terminare il fenomeno dello slopping (le nuvole rosse che colorano il cielo di Taranto, sprigionandosi dalle acciaierie); la presentazione da parte dell’ acquirente di idonee garanzie finanziarie (valutate in circa 2 miliardi di euro); misure concrete a favore dell’ indotto (ovvero pagamento dell’ arretrato e garanzie sul futuro); l’ effettuazione della valutazione Integrata di impatto ambientale, della valutazione di impatto sanitario e della valutazione del danno sanitario, sia prima che dopo gli interventi previsti dal piano ambientale. Un capitolo specifico viene dedicato alle discariche. Comune e Regione chiedono che i commissari straordinari si impegnino a garantire la piena attuazione delle prescrizioni inserite nel decreto di approvazione del Piano rifiuti Ilva, sia in termini di esecuzione degli interventi previsti e delle relative scadenze, che di monito raggio delle matrici ambientali, gestione delle acque meteoriche e gestione percolato, nonché a garantire la gestione e post -gestione delle discariche, secondo le norme di settore. Viene, in particolare, richiamata una nota firmata il 25 gennaio dell’ anno scorso dall’ ingegner Barbara Valenzano nella qualità di dirigente del dipartimento Mobilità, Qualità urbana, Opere pubbliche, Ecologia e Paesaggio della Regione Puglia, nella quale si specifica che le discariche esistenti e da realizzare nell’ Ilva non sono state mai oggetto di un procedimento di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale, in violazione di ben quattro Direttive Comunitarie, sollecitando dunque il pieno rispetto delle leggi vigenti al fine di ovviare ad ulteriori procedure di infrazione comunitaria. Richieste forti, pesanti sia tecnicamente che finanziariamente, ma tutte nell’ alveo di quella discussione del merito ancora ieri evocata dal ministro Calenda e dunque se si vorrà discutere davvero del merito, il materiale non mancherà. Non difetterà nemmeno il tempo a disposizione perché la terza sezione del Tar di Lecce alla quale si è incardinato il ricorso promosso da Comune di Taranto e Regione Puglia contro il piano ambientale proposto da Am Investco e varato via decreto dal premier Gentiloni il 29 settembre scorso, nell’ udien za di ieri non ha nemmeno rimandato la discussione al merito, come pure era prevedibile stante il ritiro della richiesta di sospensiva da parte dei due enti ricorrenti, ma ha aggiornato alla camera di consiglio del 6 marzo quando dovrà discutere sulla questione preliminare sollevata dai legali della gestione commissariale dell’ Ilva. Gli avvocati di Laghi-Gnudi-Carruba sostengono infatti che non sia competente il Tar di Lecce a dirimere la controversia (come peraltro è sempre stato in passato, anche su input proprio della stessa gestione commis sariale che non ha esitato a rivolgersi ai giudici amministrativi salentini) ma, invece, il Tar del Lazio. Una questione preliminare che è venuta ovviamente prima del merito ma anche dell’ istanza istruttoria proposta invece dagli avvocati del Codacons che pretendevano dal collegio guidato dal presidente Enrico D’ Arpe un ordine di esibizione al Governo e ai ministeri di tutta una serie di documenti, a partire dal contratto di vendita del siderurgico dalla gestione commissariale ad Am Investco, documenti sinora negati a tutte le parti. «Stiamo continuando a perdere tempo, bisogna subito far partire i lavori mettendo in esecuzione il decreto Gentiloni» dice il presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano, ieri rappresentato al Tar dall’ avvo cato Luigi Quinto, firmatario del ricorso ad opponendum. Oggi, peraltro, la vertenza Il va torna al Ministero dello Sviluppo Economico per un incontro tra Am Investco e i sindacati per continuare l’ approfondimento sul piano industriale e su quello ambientale. Una discussione sicuramente necessaria ma con sullo sfondo l’ incertezza generata dal tira e molla tra Governo ed enti locali che inevitabilmente avrà il suo peso sulla trattativa complessiva.

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