18 Febbraio 2021

Il Tribunale: no alla class action contro la Banca Popolare di Bari

di  Chiara  Spagnolo  No  alla  class  action  del  Codacons  contro  la  Banca  Popolare  di  Bari:  il  Tribunale  civile  ritiene  che  gli  interessi  degli  azionisti,  che  hanno  trascinato  in  aula  l’istituto  causa  della  dissennata  gestione  della  famiglia  Jacobini,  siano  tutti  diversi  tra  loro  dunque  non  possano  essere  affrontati  in  una  causa  comune.  La  sentenza  della  quarta  sezione  civile,  presieduta  dalla  giudice  Raffaella  Simone,  spegne  dunque  le  speranze  di  decine  di  soci  di  vedere  risarcito  un  danno,  che  avevano  quantificato  ognuno  nella  cifra  sborsata  per  l’acquisto  delle  azioni.  L’associazione  dei  consumatori  aveva  attribuito  alla  Popolare  una  serie  di  responsabilità  relative  alle  errate  informazioni  fornite  ritenuto  che  soci  potessero  costituirsi  in  “class”  in  quanto  titolari  di  diritti  individuali  omogeni.  La  banca,  dal  canto  suo,  aveva  chiesto  di  dichiarare  l’inammissibilità  dell’azione  di  classe  o,  nel  caso  in  cui  il  Tribunale  l’avesse  ritenuta  responsabile,  di  calcolare  risarcimenti  non  in  base  al  valore  che  le  azioni  avevano  quando  furono  acquistate  ma  in  base  alla  differenza  rispetto  al  valore  attuale.  giudici,  però,  non  sono  neppure  arrivati  alle  valutazioni  nel  merito,  perché  ha  accolto  una  questione  proposta  dalla  BpB  in  via  preliminare,  relativa  alla  «disomogeneità  delle  posizioni  giuridiche  azionate»  ricorrenti,  con  la  class  action,  lamentavano  «la  lesione  di  diritti  in  tema  di  negoziazione  gestione  degli  strumenti  finanziari»  . Nell’ordinanza  il  collegio  ha  però  chiarito  quali  siano  termini  della  class  action  quali  suoi  limiti.  «In  presenza  di  domande  risarcitorie  restitutorie,  come  nel  caso  di  specie  — è  scritto  — è  necessario  che  vi  sia  comunanza  di  fatti  generatori  del  danno»  . Per  ricorrenti  quei  fatti  erano  le  violazioni  degli  obblighi  di  informazione  da  parte  della  Banca  Popolare  nei  confronti  degli  azionisti  (nel  periodo  tra  il  2013  il  2019)  di  chi  ha  aderito  agli  aumenti  di  capitale  (nel  2014  2015).  Tali  violazioni,  però,  secondo  giudici  non  avrebbero  inciso  nello  stesso  modo  su  tutti  gli  azionisti,  le  cui  scelte  sono  state  collegate  anche  valutazioni  individuali,  grado  di  esperienza,  alla  consistenza  del  portafoglio  alla  valutazione  del  rischio.  Ne  consegue  che  presunti  danni  non  possono  essere  chiesti  all’unisono  ma,  sul  piano  civile,  dovrebbero  essere  avviate  cause  separate. 

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this