26 Maggio 2015

Il tribunale di Milano: blocco di Uber Pop in tutta Italia

Il tribunale di Milano: blocco di Uber Pop in tutta Italia

Genova – Il tribunale di Milano ha disposto questa mattina il blocco su tutto il territorio nazionale di Uber Pop, il più diffuso fra i servizi messi a disposizione dalla app Uber, con inibizione dalla prestazione del servizio.
È stato accolto il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti (compreso il Radiotaxi Genova) per «concorrenza sleale» che nelle scorse settimane, assistite da un team di avvocati, avevano presentato un ricorso cautelare e urgente per chiedere l’oscuramento della app che (per semplificare) permette a chiunque di fare il tassista senza licenza.
Nel provvedimento di oggi, il giudice Claudio Marangoni ha chiarito che Uber avrà 15 giorni di tempo per adeguarsi all’inibitoria, altrimenti scatteranno le sanzioni; c’è, ovviamente, la possibilità dell’azienda americana di fare ricorso contro la sentenza.
La reazione dei tassisti genovesi
Intanto, i tassisti di tutta Italia festeggiano. Fra loro anche Simone Trucco, del Radiotaxi Genova: «Questa non è una battaglia vinta, piuttosto la semplice ed evidente applicazione della legge». La normativa è la numero 21 del 1992, che regola il trasporto su taxi: «Da un anno a questa parte, quando è arrivata anche nel nostro paese, Uber si è mossa illegalmente. Noi lo abbiamo sempre detto e siamo contenti che, nonostante tutte le sentenze avverse del giudice di pace che abbiamo ricevuto in questi mesi, finalmente ci sia qualcuno che se n’è reso conto».
Di parere simile anche Valerio Giacopinelli, socio della cooperativa Radiotaxi e responsabile locale della Fita Cna: «Finalmente è stato fissato un “paletto”, lo chiedevamo da tempo, perché Uber Pop è illegale». Comunque, questa sentenza «non fermerà l’evoluzione del servizio taxi che stiamo portando avanti».
Da Uber, al momento, nessun commento.
Il Codacons: «Danno enorme per i consumatori»
Secondo il Codacons, questa sentenza rappresenta un «danno enorme per gli utenti, perché limita la concorrenza e riduce le possibilità di scelta per i cittadini: è impensabile che un paese moderno possa essere privato di sistemi innovativi come Uber, che rispondono a esigenze di mercato e sfruttano le nuove possibilità introdotte dalla tecnologia».
Il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, ha scritto in una nota che «così facendo si finisce per produrre un duplice danno al consumatore finale: da un lato una minore scelta sul fronte del servizio, dall’altro tariffe più elevate per effetto della minore concorrenza. Ciò che serve è integrare Uber nel mercato italiano, rendendolo conforme alle disposizioni vigenti, garantendo legalità e sicurezza senza danneggiare gli altri operatori: per questo, rivolgiamo un appello al ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, affinché studi le misure necessarie».

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