Il Tar non ferma l’ offerta Lactalis su Parmalat
ROMA Il Tar del Lazio respinge la richiesta del Codacons di sospendere l’ Opa di Lactalis su Parmalat e fissa all’ 8 giugno la camera di consiglio per definire il caso nel merito. La decisione è stata adottata dal consigliere delegato della I sezione del Tribunale, Roberto Politi, che ha di fatto bocciato l’ istanza presentata dall’ associazione dei consumatori presieduta da Carlo Rienzi. Quest’ ultima ha subito replicato definendola «alla Ponzio Pilato». Il tutto mentre la Procura di Milano prosegue le indagini sull’ inchiesta aperta sulla vendita delle quote dei fondi esteri a Lactalis e il mercato resta in attesa di conoscere le motivazioni che hanno spinto il Cda di Parmalat a bocciare l’ Opa francese da 2,6 euro, definendola non adeguata per la presa del controllo. E a proposito una comunicazione in merito è attesa entro domani, in tempo utile per l’ inizio dell’ offerta di Lactalis da massimi 3,4 miliardi che decollerà lunedì per poi chiudersi l’ 8 luglio. E proprio il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che la settimana scorsa aveva dato il via libera all’ operazione, ha spiegato che per studiare il prospetto la Commissione non è stata affatto formale ma è andata a fondo controllando «la sostanza» e richiedendo anche notizie e informazioni non previste. «Abbiamo chiesto – ha elencato Vegas – quali sono i soci, con quali soldi viene fatta l’ Opa e da dove vengono, cosa farà del tesoretto che Parmalat ha in pancia, cosa intende fare degli impianti. Tutte cose non previste nel prospetto originario». Un documento quindi che passa ai «raggi X» il gruppo transalpino, in modo da rendere l’ informativa il più possibile trasparente. E secondo il Tar proprio le molteplici modalità di diffusione del documento tra cui i siti internet delle due società, rende «non concludenti» le argomentazioni secondo le quali ci sarebbe una «carenza di adeguate e complete modalità informative in ordine all’ integrale contenuto dell’ Opa». Intanto, dal fronte giudiziario è emerso che il Pm Eugenio Fusco sta proseguendo nelle indagini su quel pacchetto del 15,4% venduto ai francesi da fondi Skagen, Zenit e Mackenzie. In particolare, il magistrato ha sentito alcuni funzionari tra dipendenti di Intesa Sanpaolo e dei fondi in qualità di testimoni. Nell’ inchiesta risultano indagate quattro persone ovvero Fabio Canè di Intesa SanPaolo, sua moglie Patrizia Micucci di Societè Generale, Carlo Salvatori (Lazard Italia) e Massimo Rossi, candidato dei tre fondi al vertice di Parmalat.
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