Il Tar di Bari: gli studenti pugliesi devono tornare in classe
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fonte:
- il Tirreno
Per il Tar di Bari gli studenti devono rientrare in classe. Lo ha deciso con un decreto urgente, sospendendo l’ultima ordinanza sulle scuole della regione Puglia. Ma il presidente Michele Emiliano annuncia nuove disposizioni. «Sono costretto ad intervenire per evitare che domani le scuole siano improvvisamente invase, in mancanza di provvedimenti di regolazione sanitaria, da tutti gli studenti in presenza con danno gravissimo per la salute del personale scolastico in piena pandemia da variante inglese».
Erano stati il Codacons Lecce e un gruppo di genitori a fare ricorso al tribunale amministrativo regionale dopo la decisione della chiusura da parte della Regione, partita ieri e prevista sino al 5 marzo. Facevano eccezione gli asili nido comunali e i ragazzi con disabilità e bisogni educativi speciali. La nona ordinanza prevedeva il 100% delle attività scolastiche in modalità digitale integrata. Ma per i giudici amministrativi «l’approccio della Regione appare contraddittorio nelle motivazioni e non coerente con la classificazione della Puglia in zona gialla». Per il Tar elementari e medie devono tornare in aula, mentre alle superiori si prevede la didattica a distanza al 50%.
Sullo sfondo, la chiusura delle scuole motivata anche alla necessità di vaccinare gli operatori scolastici. Secondo il Tar i 15 giorni di fermo previsti dall’ordinanza non sono sufficienti. «I tempi di tale attuazione – ricavabili da comunicati delle strutture sanitarie pubbliche e da univoche notizie di stampa – non sono affatto compatibili con la durata di pochi giorni dell’efficacia dell’ordinanza». L’ultimo Dpcm aveva fissato il parametro per la didattica. «Il limite del 50%- si legge nel provvedimento di queste ore- è una soglia al di sotto della quale deve ritenersi non sufficientemente assolto, né garantito, lo standard minimo dei servizi scolastici».
L’ordinanza di Emiliano era anche legata alla variante inglese del coronavirus che rappresenta «un nuovo elemento di pericolosità». Per la Regione era necessario «trovare un punto di equilibrio tra i due diritti costituzionali alla salute e all’istruzione». Da qui la scelta di limitare la circolazione del virus, anche attraverso provvedimenti sulle scuole «per evitare scenari imprevedibili e critici». Proprio oggi, l’assessore regionale alla Sanità aveva avanzato l’ipotesi di didattica a distanza sino alla primavera. «Tra i bambini- aveva detto Pierluigi Lopalco- c’è un incremento di casi. Questo è un periodo molto delicato. Il virus nelle scuole circola: ogni settimana si infettano centinaia di operatori e abbiamo centinaia di classi in isolamento o quarantena. È vero che siamo zona gialla, ma abbiamo segnali molto preoccupanti sulla diffusione della variante inglese». E ora si attendono le decisioni della Regione che legano la temporanea sospensione della didattica in presenza ad un termine per la campagna vaccinale nelle scuole. «Adotterò immediatamente un’altra ordinanza- commenta Emiliano- che, tenendo conto dei rilievi del giudice, tuteli comunque la vita del personale scolastico agganciando la durata della campagna vaccinale per le scuole al periodo di vigenza della ordinanza, rimuovendo il limite del 50% alla presenza contemporanea nelle classi. Verrà reintrodotto il diritto alla scelta della didattica integrata a distanza da parte delle famiglie che ne faranno richiesta nell’esercizio del diritto alla salute di ciascuno studente e della famiglia stessa».
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