19 Maggio 2011

Il Tar dà l’ ok all’ Opa Parmalat

Il Tar dà l’ ok all’ Opa Parmalat
 

 Il Senato approva il decreto anti-scalate che consente di rinviare le assemblee societarie da aprile a giugno e il Tar del Lazio respinge la richiesta del Codacons di sospendere l’ Opa di Lactalis su Parmalat. Salvo colpi di scena giudiziari – è in corso l’ inchiesta della Procura di Milano, sulla vendita delle quote dei fondi esteri – per i francesi di Lactalis appare ormai in discesa la via che porta alla conquista di Parmalat. L’ offerta pubblica dei francesi da 3,4 miliardi partirà lunedì per concludersi l’ 8 luglio. Tornando al Tar, che ha fissato all’ 8 giugno la camera di consiglio per definire il caso nel merito, la decisione è stata adottata dal consigliere delegato della I sezione del Tribunale, Roberto Politi, che ha bocciato l’ istanza presentata dall’ associazione dei consumatori presieduta da Carlo Rienzi. Il Codacons ha subito replicato definendo la decisione «salomonica» e «alla Ponzio Pilato». Il mercato attende le motivazioni che hanno spinto il Cda Parmalat a bocciare l’ Opa francese da 2,6 euro, definendola non adeguata per la presa del controllo. Una comunicazione del Cda in merito è attesa entro venerdì. Intanto il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ha spiegato che per studiare il prospetto la Commissione non è stata affatto formale ma è andata affondo controllando «la sostanza» e richiedendo anche notizie e informazioni non previste. «Abbiamo chiesto – ha elencato Vegas – quali sono i soci, con quali soldi viene fatta l’ Opa e da dove vengono, cosa farà del tesoretto che Parmalat ha in pancia, cosa intende fare degli impianti. Tutte cose non previste nel prospetto originario e che abbiamo fatto aggiungere nel nuovo per informare gli investitori». E secondo il Tar le molteplici modalità di diffusione del documento tra cui i siti internet delle due società, rende «non concludenti» le argomentazioni del Codacons. Vegas, parlando delle norme Anti-opa varate dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti, ha poi spiegato che «anche in economia aprire l’ ombrello in periodi d’ intensa pioggia, per poi richiuderlo quando torna il sole, non è un’ operazione anti-mercato. Serve per evitare strappi che potrebbero condurre a operazioni di mercato nocive per risparmiatori e consumatori». Sul fronte giudiziario il Pm Eugenio Fusco sta proseguendo nelle indagini su quel pacchetto del 15,4% venduto ai francesi da fondi Skagen, Zenit e Mackenzie. Il magistrato ha sentito alcuni funzionari tra dipendenti di Intesa Sanpaolo e dei fondi in qualità di testimoni. Nell’ inchiesta risultano indagate le banche e i dipendenti Fabio Canè per Intesa Sanpaolo, sua moglie Patrizia Micucci per Societe Generale, Carlo Salvatori (Lazard Italia) e Massimo Rossi, rappresentante dei tre fondi.

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