12 Settembre 2015

Il Tar conferma lo stop del questore: Cocco chiuso fino a dicembre

Il Tar conferma lo stop del questore: Cocco chiuso fino a dicembre

rigettato il ricorso per i giudici “l’ iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’ utilità sociale e quindi non deve provocare danni sproporzionati all’ ambiente, alla salute e alla sicurezza pubblica”. il codacons esulta
Il Cocoricò non riaprirà. Sicuramente non prima del 4 dicembre, giorno in cui scadranno i 120 giorni di stop imposti dal questore di Rimini, Maurizio Improta, in seguito alla morte di Lamberto Lucaccioni, il 16enne di Città di Castello stroncato da un’ overdose di ecstasy nella notte tra il 19 e il 20 luglio, dopo essersi sentito male all’ interno della discoteca. A stabilirlo il Tar dell’ Emilia Romagna in composizione collegiale che, dopo essersi riunito in camera di consiglio, ieri ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati del Cocoricò, i legali Marco Dugato e Federico Gualandi, depositando l’ ordinanza. “Considerato che ai sensi dell’ invocato art. 41 della Costituzione l’ iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’ utilità sociale, e quindi non deve provocare «danni sproporzionati all’ ambiente e alla salute» (Corte Cost. 116/06) e alla sicurezza pubblica; che tale principio si impone in sede di bilanciamento degli interessi in gioco, assegnando prevalenza a quest’ ultimo; che l’ esercizio del potere ex art. 100 Tulps è connotato da amplissima discrezionalità, nella fattispecie immune da censure di manifesta irragionevolezza o errori di fatto, esercitato in base ad un principio e per un fine di «precauzione», cioè allo scopo di provocare disaggregazione di criminalità gravitante nel luogo considerato (e non certo di sanzionare responsabilità, coinvolgimenti o inerzie del gestore); che la durata della sospensione è stata parametrata a tale esigenza, e che quindi non appaiono violati i principi di proporzionalità e ade guatezza al fine; che, pur in mancanza di contenuti vincolati, la omessa applicazione dell’ art. 7 della Legge 241/90 è stata esplicitamente e ragionevolmente giustificata dall’ urgenza (salva ovviamente l’ esigenza di una compiuta istruttoria per l’ accertamento dei fatti, che appare rispettata)”. Nel giudizio si era costituito il Codacons, che ieri ha commentato così la decisione del Tar: “Adesso il Cocoricò sappia prendere adeguati provvedimenti contro lo spaccio di sostanze stupefacenti e a tutela della salute dei giovani, per i quali la discoteca rappresenta un importante punto di riferimento”. Dopo un primo no dello stesso Tar (che aveva rigettato un primo ricorso d’ urgenza presentato dai legali del locale) e quello successivo del prefetto di Rimini, Giuseppa Strano, ieri sempre il Tar (stavolta in composizione collegiale) ha stroncato in maniera definitiva le speranze dei proprietari del locale di vedere riaperta la discoteca in tempo utile per sfruttare almeno gli ultimi 20 giorni di settembre, quelli che di solito precedono le due settimane di pausa invernale. Lamberto Abbati.

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