Il supersconto Mps salta nel nuovo decreto
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fonte:
- La Nazione
Il giudice per le indagini preliminari di Milano, non si è fatto fermare dalla decisione dei tre pm Baggio, Clerici e Civardi, che hanno condotto tutte le inchieste sui derivati Mps, sui bilanci e sui crediti deteriorati, di ‘spogliarsi del fascicolo’ relativo al nuovo troncone di indagini sugli ex vertici Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori. Poggiandosi sulla corposa perizia di quasi 6mila pagine, presentata da Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini, che ha puntato l’indice contro gli «enormi omessi accantonamenti» nei bilanci del Monte dei Paschi per cercare di porre rimedio ai disastrosi affari dell’epoca Mussari- Secondo i periti l’ex presidente Profumo e l’ex ad Viola, anche per evitare il fallimento del Monte dei Paschi, cui conti erano in uno stato comatoso, avrebbero ritardato la contabilizzazione di 11 miliardi e mezzo di crediti deteriorati negli anni dal 2012 al 2015. In modo che potessero essere varati gli aumenti di capitale che avrebbero dovuto reimmettere liquidità nella banca. La perizia Bellavia- è stata chiesta dal giudice Salvini, che non accolse, gennaio 2020, la richiesta dei pm di proscioglimento dall’accusa di false comunicazioni sociali. Ora il gip ha fissato celermente, 8 giugno alle 15,30 nell’aula 36 del 7° piano del Palazzo di giustizia di Milano, l’udienza in camera di consiglio e ammissione incidente probatorio. La sede per decidere se rinviare a giudizio Profumo, Viola e l’ex presidente del collegio sindacale Salvadori, anche per false comunicazioni sociali. Tra le persone offese, oltre all’Associazione Buongoverno e al Codacons, la Banca d’Italia e la Consob. La fissazione dell’udienza è stata inviata al pm Stefano Civardi. Dalle inchieste sul passato alle strategie per il futuro del Monte dei Paschi. E’ saltata nella nuova bozza del decreto Sostegni bis la proroga degli incentivi per le aggregazioni delle imprese, comprese le banche, l’ampliamento della percentuale di Dta da trasformare in credito d’imposta (quella che era stata ribattezzata ‘norma Mps’). «Sulle attività fiscali differite – ha spiegato in conferenza stampa il ministro del Tesoro Daniele Franco – siamo intervenuti molto marginalmente: si consente solo di anticipare il presupposto per ottenere il vantaggio fiscale al momento in cui viene approvato il progetto di fusione dal Cda. Resta il limite del 2%, resta la scadenza del 31 dicembre, nel 2022 potranno avere luogo solo code di procedure già approvate». Per il ministro il tema era marginale nel Decreto Sostegni, ed ha ragione. Se fosse passato il regalo aggiuntivo, avversato soprattutto dai 5Stelle dalla Lega (spinta anche dall’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna) e dall’ala toscana del Pd, Unicredit avrebbe avuto sei mesi in più di tempo e fino a 7 miliardi di sconti fiscali per tentare la strada del matrimonio a tre, che porterebbe allo spezzatino del Monte dei Paschi. Così invece i benefici fiscali restano sulla soglia del 2% degli attivi, e la decisione delle banche che vorrebbero fondersi deve arrivare entro il 31 dicembre di quest’anno nei consigli d’amministrazione non nelle assemblee. Nel decreto rimane un nuovo intervento sulla cessione dei crediti deteriorati, con la proroga degli incentivi fino alla fine del 2021 e la previsione che il limite di 2 miliardi valga «per ciascuno degli anni 2020 e 2021».
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