4 Luglio 2007

Il ritardo del treno vale 500 euro

TRENITALIA CONDANNATA DOPO LA DENUNCIA DI UN PASSEGGERO
Il ritardo del treno vale 500 euro
La sentenza del giudice di pace “Minacciato il diritto alla salute“

FOLIGNO (PERUGIA) Quattro ore di ritardo valgono 500 euro di risarcimento, vale a dire quasi 100 euro l`ora. A dirlo non sono i tecnici della banca del tempo ma il giudice di pace di Foligno, Angela Difino, che ha accolto il ricorso di Sergio Fortini, un passeggero folignate che il 30 novembre 2005 era giunto a destinazione ben quattro ore dopo. Salito alla stazione di Foligno sull`Eurostar 9341, in partenza alle 7.30, il pendolare umbro è rimasto ostaggio dei binari per 240 minuti. L`avventura sua e di chi come lui quella mattina è salito sull`Eurostar diretto alla stazione di Roma Termini, inizia quando, all`altezza di Orte, il convoglio comincia a rallentare fino a fermarsi al centro della galleria di Sant`Oreste, in conseguenza di una prima avaria del motore. Atteso come l`incarnazione della salvezza, arriva, dopo due ore, il mezzo di soccorso che dovrebbe liberare i passeggeri prigionieri in galleria. Solo che la beffa è in agguato e, percorsi ottocento metri, anche il locomotore di riserva va in panne, fermandosi al centro della galleria successiva. Morale della storia: il convoglio giunge a Roma alle 13.10. Trenitalia si scusa per il disagio e restituisce il costo del biglietto offrendo ai passeggeri un bonus di 15 euro. Che però non bastano a placare l`ira del pendolare umbro che si rivolge al Codacons e intenta una causa civile contro Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana, chiedendo loro un risarcimento di duemila euro. Il giudice di pace accoglie il ricorso. La sentenza è perentoria. “Il vettore – si legge nelle sei pagine dattiloscritte – versa in colpa per aver omesso di controllare e garantire l`efficienza delle macchine tutte, ivi comprese quelle di soccorso“. E se il servizio di trasporto ferroviario viene definito “anormale“, il ricorrente viene beneficiato del diritto a 500 euro di risarcimento per la lesione del diritto alla salute, costituzionalmente garantito. Una sentenza che potrebbe diventare paradigmatica, scatenando un allarmante effetto domino di richieste di rimborso, che, pena bilanci in rosso, dovranno spingere le nostre ferrovie a fare della puntualità il proprio nume protettore.

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