29 Ottobre 2007

Il rischio variabile di essere senza casa

LA LENTE Un italiano su quattro potrebbe trovarsi senza casa nel 2008. Il grido dall`allarme lo hanno lanciato nei giorni scorsi le associazioni dei consumatori, che stimano aumenti in media del 20% nel 2007, per esecuzioni immobiliari e pignoramenti. In particolare l`Adiconsum stima che circa 400 mila famiglie, pari al 25% di quelle che hanno acceso un mutuo a tasso variabile si trovi in grandi difficoltà. Secondo i dati raccolti da Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, l`incremento di pignoramenti registrato nei primi otto mesi del 2007 è tuttavia destinato a gonfiarsi. Ecco la triste geografia delle famiglie, che dovrebbero trovate senza casa, a causa di rate del mutuo insostenibili. A Milano si dovrebbe passare da 1.883 pignoramenti del 2006 a 2.297 nel 2007 (+22%); a Roma da 1.510 a 1.827 (+21%); a Monza da 691 a 866 (+25%), a Como da 351 a 442 (+26%), a Venezia da 270 a 313 (+16%), a Macerata da 151 a 191 (+27%), a Napoli da 1.320 a 1.690 (+29%), a Bari da 455 a 549 (+24%), a Torino da 1.403 a 1.736 (+24%). Sul banco degli imputati come sempre ci finiscono le banche. I consumatori denunciano infatti aumenti che si espandono a macchia d`olio dovuti a soluzioni di mutui sbagliate. Adusbef accusa le banche di aver “costretto“ milioni di consumatori, con una politica commerciale aggressiva, ad accendere mutui a tasso variabile. Con un`aggravante: “nel 2004 i tassi di interesse erano ai minimi storici – scrive Adusbef – e non si doveva consigliare o imporre (molte banche non erogavano proprio i tassi fissi) agli utenti bancari, di essere gravati di pesanti prestiti di lungo periodo (30-40 anni) a costi apparentemente più bassi che però, con il rincaro del costo del denaro, solo due anni sono diventati insostenibili“. E ai pompieri che vogliono gettare acqua sul fuoco l`Adusbef risponde con un`evidenza luminosa: le statistiche Bce. “L`ultimo bollettino Bce – si legge nel comunicato – fotografa una contrazione delle richiesta dei mutui nel terzo trimestre di un -15%, dopo che nel trimestre precedente era stata registrata una flessione del 22%, con un crollo della domanda di mutui, che in parte deriva dall`aumento dei tassi, in parte da maggiori garanzie richieste, dopo la crisi dei mutui sub-prime, pretendendo un rapporto tra valore delle garanzie e ammontare del prestito sempre più alto, con un rincaro dei tassi per chi non è in grado di offrire solide garanzie“.

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