1 Maggio 2015

Il primo maggio delle sex workers: “Trattateci come normali lavoratori”

Il primo maggio delle sex workers: “Trattateci come normali lavoratori”

“E’ un lavoro, ed è parificabile a qualunque altro . Perciò, come i professionisti hanno certe condizioni per poter esercitare la loro professione, questo mestiere dovrebbe essere trattato alle stesse condizioni”. Per questo anche i lavoratori del sesso che fanno questo mestiere festeggiano il loro primo maggio ai Fori Imperiali, con una sfilata di ombrelli rossi. E’ stata l’ idea alla base del convegno sui ‘sex workers’ – donne, uomini e transgender -, che si è tenuto nella sede centrale del Partito dei Radicali (via di Torre Argentina). Tra i presenti, Pia Covre, attivista e presidente dell’ associazione, nata nel 1982, Diritti Civili per le Prostitute, e alcuni esponenti del Codacons di Roma e dell’ associazione Certi Diritti. Non mancavano esponenti parlamentari del Partito, tra cui lo stesso Marco Pannella. Il convegno era volto a presentare le esigenze e le proposte di chi pratica la prostituzione volontariamente , al di fuori della tratta di esseri umani. Pia Covre ha presentato un’ analisi delle 14 proposte di Legge discusse sul tema della prostituzione negli anni passati: “Tutte presentavano almeno dei residui di quell’ atteggiamento stigmatizzante nei nostri confronti e che ci considera persone deviate . Non è un caso che tutte inizino con la dicitura ‘prevenzione del fenomeno e modalità di uscita dalla strada’. Invece, ci sono già due leggi sulla tratta di uomini: quello è un discorso diverso, perché chi svolge questa professione lo fa anche volontariamente”. A detta di Pia Covre, le proposte fatte in Parlamento finora prevedevano misure come l’ iscrizione del sex worker ai Registri di Pubblica Sicurezza, con multe salate per chi non rispetta queste condizioni, anche per i clienti. Loro, invece, si definiscono autoimprenditori , e come tali vogliono essere trattati, per esempio con regolamentazioni fiscali e iscrizioni all’ Inps; “senza chiedere prezzi altissimi, che poi spingono verso l’ attività illegale”. Tra le proposte delle associazioni e di chi questo lavoro lo pratica, quindi, c’ è ridefinizione dell’ attività e dei luoghi in cui si può praticare; non nei bordelli, e nemmeno nelle case chiuse, ma in normali condomini, in cui l’ attività che si svolge viene regolarmente denunciata , o perché il lavoratore ha una partita Iva o perché è iscritto all’ Inps. Il tutto unito alle precauzioni sanitarie necessarie e al rilascio di idoneità dei locali utilizzati. Queste proposte sono state anche portate in Senato e messe in calendario tra le discussioni delle Camere da alcuni senatori dei Radicali, che hanno presentato questa prima idea di Legge con l’ appoggio del Codacons, che, “in quanto associazione di consumatori libera, agisce giudizialmente e assiste le persone negli abusi dello Stato e della Pubblica Amministrazione”, hanno detto i rappresentati presenti. Annuncio promozionale Obiettivo comune di tutti, comunque , è stata l’ idea di combattere i pregiudizi che stanno alla base della considerazione – di solito negativa – del lavoro dei sex workers e quella di lottare contro costrizioni come la tratta di esseri umani.
monica amendola
 

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