Il primario e l’ ossessione tv «Soldi no, voglio visibilità»
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fonte:
- Corriere Fiorentino
Sognava di arrivare nell’ Olimpo dei chirurghi plastici il professor Mario Dini, primario di Careggi, da giovedì agli arresti domiciliari con l’ accusa di corruzione, da ieri sospeso dall’ Università. «Io voglio essere tra i top 20 nel mondo», dice al telefono con un collega. «Sono su un’ altra galassia non voglio essere presuntuoso ma io guardo ai top. Il 2012 sarà l’ anno del professor Dini». Ossessionato dalla televisione. Trattando al telefono con la responsabile marketing della Mentor, l’ azienda delle protesi al seno, dice che «l’ argomento fondamentale è assolutamente la televisione». Alla Mentor fanno leva sulla sua vanità. Dini parla con un’ amica dell’ offerta della multinazionale: «Vorrebbero che diventassi l’ uomo immagine per l’ Europa». A certe condizioni, «non tanto economiche, perché lo sai dei quattrini non me ne frega niente»: «Se mi danno la possibilità di visibilità, di fare programmi in televisione». «Dei quattro soldi non mi interessa», ripete. Non gli interessano neppure «le gitarelle all’ estero», chiarisce quando gli propongono un progetto europeo. Il primario Dini è un bravo chirurgo e alla Mentor lo sanno. Nella conversazione con un indagato la responsabile marketing della Johnson & Johnson mostra di avere grandi progetti su di lui: «Ha le potenzialità dal punto di vista personale e chirurgico che può triplicare gli interventi nel giro di breve. Lui si sta muovendo tantissimo, crea contatti, non è stupido. Sfrutta la sua posizione di direttore della scuola di chirurgia plastica per portare pazienti nel privato. Una cosa logica…». Un informatore racconta che Dini nel luglio 2011 è avrebbe ordinato a Careggi prodotti della Mentor senza neanche averli esaminati. «Mi ha detto perché sei te io lo posso anche far comprare dall’ ospedale, non so quanto poi ne userò, però…». Poi però le pretese di Dini diventano alte. E gli stessi informatori sono in difficoltà: «Pretende cose non pretendibili», «non può chiedere di fare dieci passaggi televisivi», «gli manca il giusto compromesso tra quello che può chiedere e quello che può ottenere», si lamentano. «Lui dice mettetemi in condizione di andare a Canale 5, Rai uno, Costanzo… i contatti ci sono ma il problema è che queste testate ti dicono: perché dovrei ospitare lui? Se non c’ è nulla di particolare rispetto a un altro è difficile. È un problema avere una scusa per creare un link costante con Dini che va in televisione, perché non hai motivo per mandarcelo». Per questo Dini «arriva a inventarsi – raccontano gli interlocutori – una sorta di accordo tra università, chirurgia plastica, lui e un’ associazione consumatori». L’ obiettivo finale della Mentor è quella di arrivare ad altri medici di Careggi. Nel 2009, dicono gli informatori, «quando la gara per le protesi l’ aveva vinta l’ Allergan Dini era riuscito a far rientrare la Mentor». La tecnica è la solita: «Più mostro disponibilità più utilizzano le mie protesi. Con un congresso ogni tanto continueranno ad usare Allergan e Mentor. Ci vuole un motivo per cambiare. Vado a Careggi e dico ho 20 mila euro, cosa organizziamo: corsi, workshop?». Intanto il Codacons ha chiesto di creare «un comitato etico per evitare la presenza in tv di medici a scopo di lucro e garantire la trasparenza del loro operato». Antonella Mollica RIPRODUZIONE RISERVATA.
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