Il pizzo sulle esequie, le mani sulla gestione delle ambulanze e le morti provocate
-
fonte:
- La Sicilia
CATANIA. L’immagine a corredo di questo pezzo è più eloquente di mille parole: un membro del gruppo criminale sottrae un rosario, forse di valore, stretto tra le mani di un defunto. Un’immagine che testimonia la totale assenza di scrupoli e di sentimenti da parte di gente che “violentava”i morti per ottenere in cambio denaro e la certezza di assicurarsi il servizio funebre. Il racket del caro-estinto, come ieri hanno dichiarato i responsabili dell’associazione di consumatori Codacons, è diffusissimo in tutti gli ospedali italiani e vede spesso la connivenza tra operatori sanitari, dipendenti e titolari di agenzie di pompe funebri e operatori di onlus destinate al trasporto di pazienti non deambulanti.A volte i costi dei servizi prestati vengono gonfiati per poter ricompensare tutti gli attori dei turpi affari. Altre volte, come nel caso dell’operazione “Requiem” di cui parliamo in questa pagina e nella pagina 8 del giornale,i complici del gruppo criminale si accontentavano di 10 euro per ogni servizio procacciato.A tanto ammontava infatti il sovrapprezzo imposto per fornire il lavoro richiesto. In Sicilia, e a Catania in particolare, le mani della criminalità sono finite spesso sulla gestione di servizi funebri e di trasporto e sulla gestione delle ambulanze. Ci sono stati anche casi in cui gente senza scrupoli provocava la morte di pazienti ai quali, durante il trasporto in ambulanza, veniva iniettata aria nelle vene per provocarne la morte e favorire poi gli amici del servizio funebre. Il caso più eclatante è quello di Biancavilla. Pochi giorni fa è arrivata la condanna all’ergastolo per l’infermiere che con queste precise modalità uccideva i pazienti. Quattro anni fa, sempre a Biancavilla, ci fu un blitz condotto dai carabinieri su ordine della Procura etnea, denominato “Reset” (naturale prosieguo dell’operazione “Onda d’urtourto”), che portò all’arresto di sei persone vicine al clan Mazzaglia-Toscano-Tomasello. Per ogni funerale l’organizzazione criminale chiedeva 200 euro (era questa l’estorsione a un imprenditore delle pompe funebri) ed era inoltre pronta a mettere le mani sulla gestione delle ambulanze nell’ospedale di Biancavilla grazie a un accordo tra gli adraniti e i biancavilloti.V.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- VARIE