Il mercato delle lezioni private riporta in auge il “precettore”
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fonte:
- la Repubblica
Caroripetizioni, vacanze spezzate a metà, famiglie alla disperata ri¬cerca di qualcuno che possa sostenere i ragazzi che hanno chiuso l’ an¬no scolastico con la "sospensione del giudizio". Ovvero, i rimandati a settembre, che non si chiamano più così ma tra due settimane dovranno co¬munque presentarsi agli esami. Secondo le associazioni dei consumatori (i dati, del 2010, arrivano da Adoc e Codacons) per ogni liceale torinese "col de¬bito" si spendono ogni anno tra i 1.000 e i 2.100 euro in ripetizioni private. Un "mercato" fiorente che viaggia attraverso il passaparola e la rete e coinvolge insegnanti e studenti universitari, con tariffe che oscillano tra 10 e i 35 euro all’ ora. Se si pensa che gli studenti dei primi quattro anni delle superiori (chi sostiene la maturità non viene rimandato) sono a Torino circa 67.000, e che di questi almeno uno su cinque "vanta" almeno un debito, i conti crescono. E cresce, d’ estate, anche la difficoltà di far coincidere le vacanze familiari con i corsi di recupero promossi dagli istituti (in luglio, quando ci sono) e con la disponibilità dei "ripetitori". L’ eraGelmini, insomma, fa rimpiangere il "precettore", figura abituale nelle famiglie abbienti di cinquanta o cento anni fa: Augusto Monti e Franco Antonicelli, per esempio, lo furono a lungo in casa Agnelli. Un elemento di censo che si introduce nel sistema educativo pubblico (non tutti possono permettersi spese come queste), un segnale della grande ansietà e dell’ importanza che madri e padri attribuiscono al curriculum scolastico dei figli, ma – anche – una fonte di reddito per migliaia di studenti, precari a vita o insegnanti delusi dalla scuola pubblica. "Con cinque allievi diversi, quattro liceali e uno di terza media, riesco a mettere insieme tra gli 800 e i 1.000 euro al mese – racconta Michele, torinese, neolaureato e collaudatissimo ripetitore di latino – ora sto provando con i concorsi e i colloqui nelle scuole private". Michele conclude il suo racconto dicendo di esser "tentato di puntare molto su questo tipo di lezioni, perché alla fine rendono meglio. Le mamme si passano il mio numero di telefono, io cerco di entrare in sintonia con i ragazzi ma anche di ottenere il risultato: la promozione a fine anno o all’ esame di settembre". Teresa Olivieri, segretaria della Cisl scuola, annuncia un’ iniziativa per il prossimo anno scolastico: "Scriveremo a tutti gli istituti superiori per sapere quante ore di recupero riescono, con i fondi a disposizione (mai rifinanziati dall’ epoca del ministero Fioroni), a mettere a disposizione degli studenti in difficoltà. Certo, i ragazzi dovrebbero impegnarsi di più, ma ogni giorno viene trasmesso loro il messaggio che meno si studia e meglio è, in questo senso l’ alta percentuale di "debiti" purtroppo non ci stupisce". Tilde Giani Gallino, psicologa dell’ età evolutiva, "promuove" il giovane ripetitore: "Questi giovani possono essere un modello per i ragazzini: sono più grandi di loro, ma non ancora adulti, entrano facilmente in comunicazione, si scambiano mail o notizie musicali… E c’ è anche un altro messaggio: il ragazzo di 20 o 22 anni che viene a darti lezioni è qualcuno che ancora studia ma intanto lavora per rendersi autonomo, come anche tu potrai fare tra pochi anni". Ma reclutando ripetitori in abbondanza non si rischia di rendere i ragazzi ancora meno autonomi e responsabili nei confronti dello studio? "Il rischio c’ è – risponde Giani Gallino – ma discende direttamente dal fatto che, oggi, fin da bambini tutto viene concesso senza alcuno sforzo. I genitori, da parte loro, hanno più impegni di un tempo e pur essendo più attenti al rapporto con i figli preferiscono condividere con loro il tempo libero, le attività più divertenti piuttosto che i compiti per il giorno dopo. A questo punto, un elemento esterno può aiutare tutti".
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