«Il made in Italy nei supermercati? Codacons verifichi da dove arriva»
Agricoltura allo stremo tra crisi e maltempo. E la Germania ci lascia
GIUSEPPE LA LOTA Prima la virosi, poi le gelate, tanta voglia di comprare, prezzi alle stelle e mercati vuoti per mancanza di materia prima. La frase semplifica al massimo la drammatica situazione che vive l’ agricoltura della fascia costiera e di tutte le regioni falcidiate dal maltempo. Compresa la Spagna, realtà storica e concorrente agguerrita dell’ Italia per quanto riguarda l’ export verso i mercati d’ Europa. L’ interrogativo più inquietante e intrigante, come sempre, se lo pone Maurizio Ciaculli: “Come mai se da Vittoria non esce orto frutta per i motivi legati al maltempo, nei bancali dei supermercati di tutt’ Italia campeggia il marchio made in Italy? Mi rivolgo al Codacons e a chi difende i diritti del consumatore e degli agricoltori onesti: occhio al marchio e al taroccamento. Questo e il momento ideale per le fregature”. Infatti, passeggiando tra i box semivuoti del mercato di contrada Fanello si parla di prezzi alle stelle per quel poco prodotto che arriva. La zucchina e il datterino sfiorano i 4 euro, il ciliegino 2 euro, la melanzana oltre i due euro. Peperoni non ce ne sono. Chi gode e chi soffre in questo momento di grande contrasto tra domanda e offerta? “Siamo tutti sullo stesso piano – dice Gianfranco Cunsolo, presidente della Coldiretti e imprenditore ortofrutticolo che esporta bilogico verso i mercati della Germania e dell’ Olanda e dell’ Inghilterra quel poco che si vende e caro ma la quantità non ti permette di soddisfare l’ aspetto economico. In questo momento siamo tutti sulla stessa barca”. Diverso e il ragionamento da fare in tempi normali. “Non possiamo competere con Spagna e Marocco – affer ma Cunsolo- perché i loro prezzi sono più bassi. Chi produce ortofrutta dial to livello, invece, si rivolge a un mercato europeo prestabilito, ai grandi supermercati di alta gamma. Le aziende stipulano contratti con le piattaforme, si stabilisce un prezzo costante che ti consente di non perdere. Il prodotto che esce dal mercato orto frutticolo di Vittoria, invece, non va oltre il mercato di Fondi”. Luciano Caruso, imprenditore vittoriese che lavora nell’ associazionismo dei produttori ortofrutticoli, rimarca la flessione registrata nell’ ortofrutta. “La Germania – dice – che e sempre stato il nostro partner commerciale privilegiato, ha dirottato le attenzioni da Ragusa alla Spagna. Si e avuto un po’ di risveglio nel mese di dicembre scorso perché la Spagna, più di noi, e stata falcidiata dalla virosi. Inoltre va detto che la scarsa quantità delle nostre produzioni ha fatto alzare i prezzi per cui buona parte del mercato, compresa la Germania, si e orientata verso il Marocco”. E’ vuota di prodotti anche la serra installata lunedì scorso in piazza Gramsci. Stamani i rappresentanti di Riscatto, Altragricoltura, Comitato No Aste e Donne per l’ Agricoltura terranno una conferenza stampa alle 12 per presentare il programma dei prossimi giorni. Domani e previsto l’ arrivo dei sindaci della fascia trasformata che saranno ricevuti dal padrone di casa Giovanni Moscato. Dopo i sindaci dovrebbero arrivare a Vittoria anche le istituzioni opportunamente invitate dagli organizzatori del presidio permanente. Una buona occasione per accertarsi chi raccoglierà l’ invito e che cosa verrà a dire oltre alle promesse già ascoltate e mai mantenute in favore dell’ agricoltura.
GIUSEPPE LA LOTA
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