Il grande mugugno di Pendolaria: l’Italia dimenticata dalle Ferrovie Tags
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La rabbia corre più veloce di un Frecciarossa. Non va sulla rete ferroviaria ma su quella del Web. È la rabbia di migliaia di pendolari italiani che vivono l’entrata in vigore dei nuovi orari e delle nuove tariffe di Trenitalia come l’ennesimo capitolo di una presa in giro che si perpetua da anni. Un’ indagine di Legambiente, il rapporto Pendolaria 2009, fotografa la situazione: intorno ai principali nodi metropolitani un treno su tre, tra quelli che utilizzano soprattutto i pendolari, è in ritardo di più di 5 minuti. E la percentuale supera il 50% intorno a Milano e Roma. E il paradosso dell’Italia a due velocità (alta per chi viaggia sulle nuove linee dei Frecciarossa, bassa per chi va a lavorare dall’hinterland) viene acuito dalle nuove tariffe, che hanno imposto rincari su molte tratte non solo per l’ alta velocità. E così nascono in tutta Italia gruppi autoorganizzati di pendolari inferociti, che si trovano sui blog o su Facebook in un lamento spesso fine a se stesso, ma che sperano possa portare a qualche cambiamento. Sono tantissimi: la tratta Nettuno-Roma, che si è aggiudicata il poco ambito "Trofeo Caronte", ha riunito quasi 400 persone su Facebook nel gruppo "Io odio il Nettuno-Roma Termini": qualcuno fa appello alla "disobbedienza civile": " NON LO PAGATEEEEEEEEEEEEEEEEEE !!! Protestate montandoci e occupandolo" Attivi anche i blogger: Sergio Fortini con il suo "Il non pendolare" ha già ricevuto una querela da Trenitalia e mette sul suo sito il link ai moduli per la "Class Action" contro Trenitalia promossa dal Codacons. Specializzato sulla tratta Roma-Napoli è invece www.pendolari.org, dove prendono sul ridere gli ultimi ritardi: "Nuovo orario: Trenitalia 2 – Pendolari 0. Parte sparata la società che già nei primi minuti di gioco passa in vantaggio con una doppietta del numero 9508 prendendo in contropiede tutti i pendolari ormai accomodati in panchina. 2 giorni e gia siamo a 52 minuti di ritardo!" Non vanno meglio le cose al nord: il blog Pendolando.it è gestito da un "aficionado" della Torino-Milano che con i nuovi orari dell’Alta velocità (da lui definita "un Armageddon") è scatenato nell’aggiornamento giornaliero sui disagi: Update Martedi 15 p.m. Ho preso il treno alta velocità 9554 del ritorno che ha maturato la bellezza di 40 minuti di ritardo! Stavo per andare a installarmi nell’unico posto garantito agli abbonati AV (quello dei WC) ma alla fine ho trovato un sedile libero.Evvai !! Un piccolo miracolo è avvenuto poi in chiusura della 2 giornata di armageddon AV: alle 20.30 circa, il treno 9554, carico di ritardo e di pendolari all’inverosimile, ha rallentato la corsa, si è fermato ed ha aperto le porte a Porta Susa, liberando centinaia di pendolari sulla banchina e ripartendo verso Porta Nuova praticamente semi-vuoto ( pieno al 30% diciamo). Sul blog è stato inserito anche un "mantra motivazionale" per ingannare l’attesa sui binari: "Chi volta ‘l cul a Milan, volta ‘l cul al pan". Altro sito di riferimento è "Il Pollonord" dedicato soprattutto alle Ferrovie Nord della Regione Lombardia: dal sito si può visitare una mostra fotografica su Flickr dal titolo "Per noi pendolari non c’è mai niente da inaugurare". Ma anche dove l’Alta Velocità non è arrivata fioccano le proteste: il sito dei pendolari liguri è un chiaro esempio. A fare discutere soprattutto le tariffe e la soppressione di tratte come la Genova-Nizza. Trenitalia persevera nella sua politica basata sul marketing e cambia per l’ennesima volta nome (e soprattutto prezzi) ai treni EurostarCity, che diventano Frecciabianca e costano oltre il 10% in più senza quasi nessun miglioramento del servizio. Ad esempio, se da Roma a Chiavari si pagano, oggi 45,60 â?¬ in 2 cl con un ES City, da domani se ne pagheranno ben 50,50, con un risparmio di tempo di ben 5 minuti! Quasi 1 euro a minuto! Insomma i racconti delle esperienze quotidiane di chi ha scelto il treno per spostarsi e andare al lavoro sembrano usciti (e spesso c’è un bel po’ di esagerazione figlia della frustrazione) da un film dell’orrore. Ma non si può scaricare tutta la colpa sulle FS se, come sostiene il rapporto di Legambiente, l’Italia è l’unico Paese in Europa che finanzia strade e autostrade con risorse pubbliche che sono doppie rispetto a quelle previste per le ferrovie nazionali e regionali: negli ultimi dieci anni i governi che si sono succeduti hanno finanziato per il 67% delle risorse per le infrastrutture strade e autostrade, se milioni di euro sono stati ingoiati da Alitalia, lasciando ai treni il ruolo di cenerentola. Le Ferrovie devono comunque fare fronte alle critiche e sulle tariffe puntualizzano che "I treni dei pendolari, quelli regionali e quelli con sovvenzione pubblica, non sono stati praticamente toccati. Per gli altri, in regime di libero mercato, sono state introdotte molte più corse, più veloci, che giustificano i nuovi prezzi. Prezzi che sono comunque ancora tra i più bassi in Europa". Ha ragione il gruppo di Mauro Moretti, ma parlare di "libero mercato" in un regime di semi monopolio (sulle linee ferroviarie ad alta velocità Ntv – Nuovo Trasporto Viaggiatori – il primo operatore privato, targato Montezemolo-Della Valle, effettuerà il servizio viaggiatori a partire dal 2011) sembra un po’ una beffa. Poi, se per concorrenza si considerano gli aerei, il progresso può anche essere notevole, ma non interessa ai pendolari né a chi si vede obbligato a cambiare treno 3 volte per la soppressione degli interregionali.
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