10 Giugno 2005

Il governo non utilizzerà gli sms come fece alle Europee

Ora scoppia la guerra dei messaggini
Il governo non utilizzerà gli sms come fece alle Europee



ROMA A 48 ore dal voto sul referendum, gli sms sono il nuovo terreno di scontro tra fautori del sì e dell?astensione. Diversamente da quanto accadde in occasione delle elezioni europee, questa volta il governo non sembra intenzionato a inviare messaggini telefonici per ricordare l?appuntamento elettorale. I promotori del referendum sono corsi ai ripari con una mobilitazione ?senza fili?. Un loro sms ?fai da te? ha già cominciato a circolare: contiene le informazioni sugli orari di apertura dei seggi, con la raccomandazione di inoltrare il messaggio «ad almeno 10 amici». I promotori del referendum sperano che la catena di Sant?Antonio funzioni e che nei prossimi giorni il messaggio arrivi ad un gran numero di elettori. Intanto però il comitato del sì, il segretario dei Ds Fassino, i Verdi e Rifondazione comunista hanno chiesto ufficialmente al Viminale di inviare l?sms elettorale agli italiani. Il governo, finora, ha risposto picche. La motivazione del rifiuto, sembra di capire, è che ricordare ai cittadini l?appuntamento del referendum potrebbe essere interpretato come un invito a recarsi alle urne; mentre il governo vuole mantenersi neutrale tra sostenitori del voto e dell?astensione. Spiega il ministro Giovanardi: «Il governo non può e non deve intervenire con invio di sms in occasione di una consultazione referendaria nella quale ormai è chiarissimo che il non voto è una delle opzioni legittimamente esercitabili». Della vicenda dovrà occuparsi oggi il tribunale civile di Roma chiamato in causa da un esposto denuncia del Codacons e del comitato per il sì: saranno i giudici a decidere se ?costringere? il governo a inviare i messaggi. L?esecutivo, attraverso l?Avvocatura dello Stato, ha fatto sapere che è contrario all?invio: per le europee, si argomenta nella memoria mandata al tribunale, furono inviati perché per la prima volta si votava anche il lunedì, e dunque c?era un problema di ordine pubblico che oggi non esiste più in quanto tutti sanno che i seggi resteranno aperti due giorni. Per il governo, gli sms elettorali sono sempre fonte di polemiche. In occasione delle europee Palazzo Chigi fu accusato di averli inviati per convincere gli astensionisti del centrodestra ad andare a votare (e ci furono anche denunce per violazione della privacy a giudici amministrativi e penali, tutte bocciate in tribunale). Oggi viene criticato per la ragione opposta: dicendo no agli sms, sostengono i promotori del referendum, vorrebbe che i cittadini restassero a casa. La scelta del governo è stata giudicata «molto discutibile» dal repubblicano Antonio Del Pennino. Ma la vicenda ha finito per produrre qualche frizione anche tra alleati. È il caso del segretario dell?Udeur Clemente Mastella e il senatore diessino Lanfranco Turci. Dopo che il primo ha detto di non capire perché bisognerebbe inviare gli sms, Turci ha risposto velenosamente: «Non è l?unica cosa che Mastella non capisce…». Controreplica dell?Udeur: «Che fatica stare insieme con uno scienziato della politica come questo Turci…».

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