Il governo blinda la privatizzazione
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fonte:
- Il Manifesto
ROMA ROMA Facile come bere un bicchiere d’acqua. L’ultimo. Con un atto che ha tutto il sapore di un colpo di mano, il governo ha dato ieri il via libera alla privatizzazione dell’acqua, mettendo nelle mani dei privati ciò che fino a oggi era considerato un bene pubblico e quindi di tutti. Un regalo reso possibile dall’imposizione al parlamento del ventottesimo voto di fiducia (a dimostrazione di come la maggioranza non tenga neanche su questo tema) questa volta sul decreto Ronchi salva-infrazioni comunitarie. Una sorta di provvedimento-omnibus dentro il quale è stato inserito di tutto. E così tra una norma che prevede l’obbligo di vendere lampadine ed elettrodomestici verdi a partire da gennaio prossimo, e l’istituzione del registro per rifiutare gli spot telefonici, ecco che con l’articolo 15 arriva anche la riforma dei servizi pubblici locali, primo fra tutto proprio l’acqua il cui costo a partire dal 2011 potrà essere deciso da un gestore privato. Insorge l’opposizione, che annuncia di voler ricorrere a un referendum per fermare la legge, ma anche le associazioni ambientaliste e quelle dei consumatori, per le quali ormai «non c’è limite al peggio». «Si profila una nuova stangata a carico delle famiglie italiane che si troveranno a dover pagare non solo l’acqua, ma anche i profitti di chi specula sull’acqua», spiega il Codacons in una nota che lascia prevedere tempi bui. Vista la delicatezza della materia, la riforma avrebbe sicuramente meritato maggiore approfondimento e discussione. Invece, nonostante i tempi del decreto Ronchi scadano solo il 24 novembre, pur di non affrontare i 180 emendamenti al testo e un dibattito irto di ostacoli dovuti anche ai malumori della Lega, la maggioranza decide di liquidare l’intera questione in pochi minuti. Quelli necessari prima a bocciare le due eccezioni di costituzionalità presentate da Pd e Udc e poi per annunciare, per bocca del solito ministro per i rapporti con il parlamento Elio Vito, la decisione del governo di fare ricorso al voto di fiducia, previsto per oggi pomeriggio. Eppure le novità che vengono introdotte non sono certo di poco conto. La riforma prevede infatti la liberalizzazione dei servizi fino a oggi nelle mani delle amministrazioni locali, fatta eccezione per la distribuzione di gas, energia elettrica, del trasporto ferroviario regionale e delle farmacie comunali. Compresa però l’acqua, anche se la rete idrica (per altro in condizioni disastrose), rimarrà di proprietà pubblica. E’ previsto che le gare per l’assegnazione del servizio dovrà essere a evidenza pubblica, limitando così la possibilità per i comuni di affidare la gestione dell’acqua ad aziende municipalizzate. I contratti già esistenti resteranno validi fino a scadenza, a patto però che le amministrazioni cedano almeno il 40% del capitale. Diverso il discorso per quanto riguarda le società quotate, che hanno tre anni in più per adeguarsi a patto che abbiano almeno il 40% di quota di partecipazione pubblica al 30 giugno 2013, quota che dovrà scendere al 30% entro il 2015. Prende le distanze dal decreto la Lega nord. «La fiducia impedisce di migliorare ulteriormente il testo», dice il vicecapogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, che annuncia un ordine del giorno per rendere il provvedimento «più aderente alle aspettative degli amministratori del nord». Dure, invece, le reazioni dell’opposizione che parla di «parlamento umiliato» dall’ennesimo voto di fiducia. «Si sarebbe arrivati subito a un voto unanime su questo provvedimento se il governo avesse stralciato dal decreto l’articolo sui servizi pubblici locali, che non ha il coraggio di discutere né di spiegare alla gente», dice Marina Sereni del Pd. «Pochi grandi gruppi – prosegue la parlamentare – faranno affari d’oro a discapito dei cittadini che subiranno l’aumento delle tariffe dell’acqua». Non fa sconti Massimo Donati, dell’Idv, che parla di «maggioranza appecoronata felice di non lavorare per un giorno», mentre il Wwf parla di «legge pasticcio». «Questa legge – dice invece il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – costituisce l’ennesimo attacco agli enti locali e apre la strada a una speculazione privata soprattutto a danno dei cittadini». Per Angelo Bonelli, invece, «questo governo sta, giorno per giorno, infliggendo durissimi colpi all’ambiente e ai diritti dei cittadini. Con la privatizzazione dell’acqua – prosegue il presidente dei Verdi – si mettono le mani su un bene comune essenziale e risorsa non illimitata».
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