Il giallo risolto dopo settimane «Tutta colpa di un depuratore»
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fonte:
- il Tirreno
CAPALBIO Era febbraio quando misteriosi dischetti di plastica fecero la loro comparsa sulle spiagge italiane. Le insolite “rotelle” vennero avvistate in Campania, ma – giorno dopo giorno – iniziarono ad essere segnalate su tutte le coste del Tirreno, da Salerno fino alla Liguria. Nel loro navigare giunsero anche in Maremma, fino alle spiagge della Feniglia, della Tagliata dove alcuni “esemplari” si possono ancora trovare nascosti fra la sabbia. I dischetti approdarono anche nel Capalbiese, sulla spiaggia della Graticciaia e Macchiatonda fino all’ Ultima Spiaggia. A Capalbio fu il sindaco Luigi Bellumori – dopo aver ricevuto delle segnalazioni – a fare di persona un sopralluogo preoccupato dall’ invasione di tanta plastica. Bellumori definì l’ invasione dei dischetti «uno scempio di cui era necessario individuare i responsabili». Tante le ipotesi iniziali che tentarono di spiegare da dove arrivassero fra cui quella secondo la quale potevano essere i dischetti che compongono le cialde per fare il caffè: un’ idea poi scartata perché ai dischetti mancava la restante parte della cialda. Della situazione si interessò anche il ministero dell’ ambiente che con la sottosegretaria uscente Silvia Velo, che monitorò costantemente le segnalazioni e gli avvistamenti. Due le ipotesi che vennero formulate dal Ministero: o un container caduto in mare dal quale era uscito il materiale che poi le correnti avevano riversato sulle spiagge oppure un guasto a un sistema di depurazione. Il mistero venne risolto a marzo dalla Capitaneria di porto: i dischetti non erano altro che quelli impiegati negli impianti di depurazione delle acque. Venne controllato un depuratore sospetto e venne accertata la fuoriuscita dei filtri a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’ impianto. I filtri dal depuratore si erano riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove per effetto delle correnti si sono distribuiti lungo le coste. Il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) presentò un esposto alla Procura della Repubblica di Grosseto (oltre che a quelle di Napoli, Salerno, Latina, Roma, Civitavecchia) chiedendo di aprire indagini urgenti per il reato di disastro ambientale.©RIPRODUZIONE RISERVATA.
ivana agostini
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