15 Giugno 2001

Il fumo uccide

Il fumo uccide: la corte si riserva


Prende il via la prima causa italiana contro l`Ente Tabacchi. Stamane l`udienza per accertare se un uomo di 69 è morto per colpa delle sigarette. Per ora la corte si riserva di decidere.

Pochi minuti di udienza stamane per riservarsi la decisione sulla possibilità di accogliere la richiesta di una consulenza sul nesso tra la morte di un fumatore (avvenuta nel dicembre del 1996) e l`uso di sigarette.

Davanti al giudice Lucia Pignatelli, della prima sezione civile della Corte d`appello di Roma, il caso di Cornelio Schiaratura contro l?EnteTabacchi Italiani. La storia di un uomo morto a 69 anni per il vizio delle bionde. E i familiari danno battaglia. Appoggiati dal Codacons, hanno deciso di citare a giudizio i monopoli di Stato.

In primo grado – ha spiegato Carlo Ramadori, avvocato dell` associazione dei consumatori – la consulenza non era stata ammessa ma “questa corte d` appello tempo fa ha scritto un`ordinanza ammissiva di consulenza e anche in questo caso quindi la richiesta dovrebbe essere accolta“. I legali dell` Ente

tabacchi italiano si sono opposti. Scopo dell`udienza è quello di ottenere che venga ammessa una perizia tecnica che – come spiega l?avvocato Marco Ramadori -?consentirebbe di dimostrare che il signor Schiaratura è morto effettivamente a causa del fumo come rivelano le consulenze che abbiamo già fatto privatamente?. Per i familiari del signor Schiaratura sarebbe già una vittoria. Il loro obiettivo non è tanto quello di ottenere un riconoscimento pecuniario, ma che venga ribadito un principio. ?Il principio che è stato seguito nel rigettare la nostra prima richiesta ? sottolinea ancora il legale ? è che decidere di fumare sia una libera scelta non imposta da nessuno. E, invece le cose stanno diversamente. Perché quando il signor Schiaratura ha cominciato a fumare era appena adolescente e solo negli ultimi anni, quando era troppo tardi, si è cominciato a parlare pubblicamente di quanto quel vizio fosse pericoloso. Prima gli effetti dannosi erano stati nascosti?.

Se il giudice dovesse ammettere la consulenza medica si aprirebbe la strada per la richiesta di un risarcimento per danni. ?Proprio perché in Italia non esistono precedenti ? aggiunge l?avvocato Ramadori ? è impossibile quantificare l?ammontare del risarcimento. Sarà il giudice eventualmente a stabilirlo. Ma noi non lo facciamo per soldi, vogliamo che venga ribadito un principio. Come è accaduto negli Stati Uniti?.

L`ultimo caso esemplare è quello di Richard Boeken, malato di cancro, a cui una giuria di Los Angeles pochi giorni fa ha riconosciuto un risarcimento record di 6 miliardi e 500 milioni contro la casa produttrice Philip Morris.

Quella di Cornelio Schiaratura non è la prima causa intentata in Italia contro i monopoli. Ma in tutti i precedenti, il caso si era arenato in primo grado con una sentenza di respingimento. E infatti in Italia non esistono precedenti giurisprudenziali di condanne di produttori di tabacco che, secondo l?associazione dei consumatori, uccidono 90mila italiani ogni anno.
Ma la battaglia del Codacons continua: l`associazione sta infatti per presentare, davanti al Tribunale civile della capitale, la prima di una serie di cause collettive contro l`Ente Tabacchi Italiano e contro le multinazionali del tabacco, per ottenere il risarcimento dei danni fisici, biologici e morali provocati da quella che l`associazione definisce una “strage legale“.




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