Il doppio sciopero dei trasporti ferma l’ italia no dei sindacati al passo indietro
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fonte:
- Gazzetta dello sport
oggi bus, treni e traghetti, venerdì gli aerei la richiesta di strategia e regole sui contratti non va a segno la mediazione di toninelli e su alitalia c’ è il fantasma di 2800 esuberi
L’ Italia fuori servizio. I sindacati hanno confermato il doppio sciopero dei trasporti in una settimana di piena estate e pieno turismo. Oggi (per mezzi pubblici, autostrade, treni e traghetti) e venerdì (aerei) sono in arrivo disagi in tutto il Paese. I rappresentanti dei lavoratori hanno riconosciuto al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli la disponibilità «a convocare una serie di incontri sul settore, come più volte abbiamo richiesto», ma hanno anche parlato di percorso «utile ma tardivo»: tradotto, «non ci sono le condizioni per revocare né rinviare lo sciopero». Anche perché «abbiamo avviato una macchina complessa, se posticipiamo aumenta il caos». E allora vediamo cosa succede oggi. Nel trasporto ferroviario lo stop sarà di 8 ore dalle 9 alle 17 (e mezzo turno per ogni turno nel settore delle attività di sostegno al trasporto ferroviario). Un ulteriore disagio dopo i gravi ritardi causati lunedì dal sabotaggio di Firenze. Trenitalia ha già cancellato 20 tratte a lunga percorrenza. Fs spiega però che «saranno garantiti i collegamenti regionali nelle fasce pendolari, con possibili leggere modifiche al programma dei treni» mentre le Frecce di Trenitalia «circoleranno regolarmente». Lo stop al trasporto pubblico locale avrà modalità locali: ad esempio a Milano, Torino e Firenze, bus e metropolitane sono a rischio dalle 18 alle 22, a Roma dalle 12.30 alle 16.30, a Bologna dalle 11 alle 15, a Napoli e Palermo dalle 9 alle 13. Nel trasporto marittimo, lo sciopero mette a rischio i traghetti ma saranno garantiti i servizi essenziali. Fermi oggi anche gli addetti ai caselli autostradali (ma rimarranno attivi i varchi dotati di cassa automatica e gli accessi Telepass), gli operatori dell’ autonoleggio, sosta e soccorso stradale (per 4 ore) e i taxi (per l’ intero turno). E i motivi dell’ agitazione rimandano al tema, tormentato, delle grandi opere. Le sigle sindacali hanno accolto la proposta di un tavolo che apra il confronto sulle problematiche e sulla mancanza di norme su concorrenza e dumping contrattuale, ovvero la firma di “contratti pirata” tra piccole sigle sindacali di comodo che vengono applicati al posto del contratto nazionale di categoria. Ma la Cgil accusa l’ esecutivo di «assenza di risposte strategiche» e chiede «un confronto su infrastrutture e politica dei trasporti». La Cisl osserva che l’ Italia «rischia di diventare la Cenerentola d’ Europa se non si sbloccano le opere che la fanno viaggiare fra Sud e Nord a due velocità». La Uil, infine, vuole «tutti i lavoratori tutelati dai contratti nazionali». Toninelli ricordava ieri «il diritto allo sciopero garantito dalla Costituzione» ma spiegava «stiamo sbloccando opere come mai prima» e domandava «un gesto di responsabilità». Il Garante degli scioperi ha invano sollecitato uno spostamento. Il Codacons annuncia un esposto contro sindacati e governo. E venerdì tocca agli aerei. Che erano il tema del tavolo di ieri fra ministero e sindacati. Lo stop sarà dalle 10 alle 14, ad esclusione dei controllori di volo di Enav. Il ministero ha negato, via ordinanza, l’ astensione di 24 ore. Anche le associazioni dei piloti ed assistenti di volo Anpac, Anpav e Anp non fanno un passo indietro rispetto all’ agitazione che riguarda il personale navigante di Alitalia ma resta di 24 ore. Sono in ballo, tra l’ altro, i contratti dei piloti. Nei giorni scorsi la Uiltrasporti aveva chiesto di «far crescere Alitalia sul mercato di lungo raggio, anche attraverso una rinegoziazione delle alleanze internazionali». E ieri i piloti hanno accusato l’ azienda di non rispondere «sulle varie problematiche, a cominciare dal contratto». Frattanto, Fs, Tesoro, Delta e Atlantia cercano la quadra su flotta, network e rotte. Il termine per presentare piano e offerta vincolante è il 15 settembre. E già si parla di esuberi, forse 2.800, di cui circa 2.300 dipendenti di terra.
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