11 Aprile 2013

Il Csm gela Ingroia «Niente incarico in Sicilia»

Il Csm gela Ingroia «Niente incarico in Sicilia»

 Non potrà sedere sulla poltrona di presidente di «Riscossione Sicilia», società che incassa i tributi nell’ Isola. La terza Commissione del Consiglio superiore della magistratura gli ha negato all’ unanimità l’ incarico affidatogli dal governatore Rosario Crocetta, in quanto «non sussiste l’ interesse della giustizia». Antonio Ingoia incassa un’ altra sconfitta, dopo quella elettorale. E così, bocciata la destinazione Guatemala, Roma e Palermo, rimane sempre più concreta quella di Aosta. Ritornerà a fare il «burocrate di Stato», come lui stesso aveva definito meno di 48 ore fa l’ incarico alla procura valdostana, sottolineando di essere già pronto per guidare Equitalia siciliana. «Non sarò un burocrate di Stato, questo nuovo impegno mi consentirà di far rispettare la legge e di colpire in maniera durissima i grandi evasori, spesso legati alla mafia» aveva chiosato il magistrato. La definiva un’ occasione importante, «innanzitutto perché era scontato, col mio rientro in magistratura, un trasferimento ad Aosta, in una Regione che mi piace molto, ma come giudice in soprannumero per fare quasi il disoccupato a spese dello Stato. Mentre lavorare alla “Riscossione Sicilia” non è un compito da burocrate di Stato». Crocetta non ha perso le speranza: «Noi ad Atene rispettiamo la legge e i magistrati, a questo punto la scelta spetta a Ingroia, noi gli abbiamo fatto la proposta con onestà e sincerità». Dunque, per il Csm, «non ricorrono i presupposti» e la decisione «è in linea con analoghi precedenti». Congola il Codacons che aveva diffidato lo stesso Csm di vietare all’ ex pm di Palermo di presiedere l’ ente sicliano. «Sarebbe stato grave – afferma l’ associazione dei consumatori – se il Csm avesse permesso a un magistrato, bocciato alle elezioni, di ricoprire un così delicato ruolo in Sicilia, nonostante le informazioni da egli acquisite nel corso della sua attività di Pm proprio nella regione dove avrebbe poi dovuto far pagare le tasse». Era fortemente convinto di diventare «capo esattore» in Sicilia. Prova ne è che nel corso di una trasmissione radiofonica, Ingroia aveva affermato: «In Val D’ Aosta ci andrò, ma solo in vacanza come in Guatemala del resto». Non manca qualche reazione colorata. Per Maurizio Gasparri, Pdl, Ingroia è «rivoluzionario sconfitto, gabelliere mancato, aostano per forza? Dura la vita. Un tempo superstar, oggi ramingo bocciato». L’ ex ministro Gianfranco Micciché: «Potevamo parlare dei valori della legalità e dell’ antimafia come banderuola per far carriera e infatti parliamo di Antonio Ingroia». Fino a ieri era forte anche la convinzione di fare il politico, per Ingroia: «Il mio percorso non si ferma. A Roma abbiamo deciso di sostenere Marino che ha vinto le primarie del centrosinistra. Nei prossimi giorni annuncerò i prossimi passaggi». Intanto, slitta a oggi la decisione del plenum del Csm sul trasferimento ad Aosta.

gaetano mineo

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