Il Consiglio di Stato: “Stop alle aule-pollaio”
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fonte:
- La Sicilia.it
Roma. Stop alle aule superaffollate e via libera a un’ azione legale collettiva per tutelare chi nella scuola vive e lavora tutti i giorni. Riflettori accesi sulla scuola oggi, non soltanto per gli esami di Stato in corso per le Medie e in arrivo per le Superiori. Il Consiglio di Stato ha, infatti, dato ieri il suo ok alla class action promossa dal Codacons sulle cosiddette «classi pollaio» (ossia quelle aule sovraffollate dove il numero di alunni supera il limite di 25), già accolta dal Tar del Lazio e, mentre viale Trastevere, si è affrettato ad assicurare che il piano per l’ edilizia scolastica sarà emanato al più presto, il Pd ha annunciato una proposta di legge per chiedere una commissione parlamentare d’ inchiesta sulla questione. La decisione di Palazzo Spada – ha spiegato il Codacons – rigetta il ricorso del ministro dell’ istruzione Mariastella Gelmini e dichiara «la piena ammissibilità della prima class action italiana contro la pubblica amministrazione». Ora – secondo l’ associazione dei consumatori – il ministero «dovrà obbligatoriamente emanare il piano di edilizia scolastica come stabilito dalle leggi vigenti». Il Tar aveva già ordinato al ministro di emanare il Piano generale di edilizia scolastica, ma il dicastero dell’ Istruzione aveva presentato un ricorso al Consiglio di Stato, ricorso ora rigettato sottolineando, tra l’ altro, la necessità di una «riqualificazione dell’ edilizia scolastica, in specie di quelle istituzioni non in grado di reggere l’ impatto delle nuove regole introdotte con riguardo alla formazione numerica delle classi». Chiamato in causa, il ministero dell’ Istruzione ha assicurato che il Piano Generale per l’ edilizia scolastica sarà presentato al più presto. «Il Piano sarà completato – si spiega in una nota – e sottoposto alla firma dei ministri competenti dell’ Economia e dell’ Istruzione. In seguito, al ministero delle Infrastrutture, spetterà la gestione dei fondi stanziati dal Cipe per il finanziamento degli interventi di edilizia scolastica, mentre le Province e i Comuni dovranno realizzare tutti gli interventi necessari per adeguare gli immobili che ospiteranno le scuole statali di ogni ordine e grado». Un esempio fra tanti quello che vede 32 studenti in una prima liceo linguistico. E’ con questa classe superaffollata che ha lavorato tutto l’ anno Michele Suma, professore dell’ istituto Galilei Di Monopoli, in Puglia, che accoglie vari indirizzi di studio. Nello stesso istituto Suma insegna latino e greco al classico e storia-geografia («non due materie – sottolinea -, ma una unica che accorpa le due competenze») al liceo delle scienze umane (dove pure il numero degli alunni non si può definire esiguo, sono in 29) e appunto al linguistico. Come si lavora avendo di fronte 32 persone? «Male. Il nostro è un popolo che ama il calcio e allora direi che è come chiedere a un allenatore di gestire tre squadre contemporaneamente. Questa classe l’ abbiamo ovviamente accudita, ma con mille difficoltà». Intanto, il Pd ha chiesto la convocazione di una specifica commissione parlamentare d’ inchiesta, sostenendo l’ iniziativa con il conforto dei dati: in Italia due edifici scolastici su tre – ha denunciato – non sono a norma di legge; solo il 46 per cento delle scuole ha il certificato di agibilità statica, contro il 98 per cento della Germania, il 93 per cento della Francia, il 92 per cento dell’ Inghilterra e il 53 per cento dell’ Albania. Per i sindacati non si può più perdere tempo. «Si mette in discussione ogni giorno – ha avvertito il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo – la sicurezza e il diritto di alunni e del personale della scuola ad avere a disposizione spazi vitali per potere insegnare e apprendere meglio. Il ministro Gelmini dovrebbe vergognarsi per i colpi devastanti che ha inferto con i tagli alla scuola pubblica».
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