Il commercio al detaglio frena a luglio
TORINO – Battuta d’ arresto per il commercio al dettaglio a luglio. L’ Istat rileva per le vendite una flessione su giugno dello 0,3% sia in valore sia in volume. A pesare sono i prodotti non alimentari, le cui vendite calano dello 0,5% in valore e dello 0,4% in volume, mentre quelle di beni alimentari crescono, rispettivamente, dello 0,3% in valore e dello 0,1% in volume. Rispetto a luglio dello scorso anno, le vendite diminuiscono complessivamente dello 0,2% in valore e dello 0,8% in volume. La caduta più marcata riguarda anche in questo caso i prodotti non alimentari, che segnano un -0,6% in valore e un -1,1% in volume. Il Codacons ritiene urgente una liberalizzazione totale del commercio e chiede l’ abolizione dei saldi di fine stagione. “E’ evidente – spiega l’ associazione dei consumatori – che i saldi di fine stagione non servono più e non aiutano né i commercianti, né i consumatori; sono definiti vamente morti e vanno aboliti già a partire dal 2017, liberalizzando del tutto il settore del commercio in modo da moltiplicare le occasioni di acquisto e dare respiro ai piccoli negozi schiacciati dallo strapotere delle multinazionali”. Tra i prodotti non alimentari i cali più pesanti, a luglio su base annua, si registrano per i gruppi cartoleria, libri, giornali e riviste (-4,6%) ed elettrodomestici, radio, tv e registratori (-2,3%). In crescita solamente i gruppi giochi, giocattoli, sport e campeggio e mobili, articoli tessili e arredamento. Rispetto a luglio 2015, inoltre, l’ istat osserva un incremento del valore delle vendite nella grande distribuzione (+1,1%), a fronte di una flessione (-1,2%) per le imprese operanti su piccole superfici. La Confesercenti parla di una “doccia fredda” sul commercio al dettaglio a luglio. L’ associazione ricorda che dal 2012 ad oggi, la crisi del commercio ha “bruciato” 96mila imprese del commercio al dettaglio, di cui 9.518 unità nella moda (-7%).
lorenzo allegrini
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