Il Codacons: quanto spese lo Stato?
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fonte:
- Corriere della Sera
Il Codacons ha chiesto alla Corte dei conti quanto siano costati allo Stato i finti rapimenti dei due bresciani liberati in Siria e annuncia che si costituirà parte civile al processo. Nel frattempo gli arrestati sono rimasti muti davanti al monitor che li collegava in video conferenza con il gip di Roma, Paola Della Monica. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, durante l’interrogatorio di convalida del loro arresto per aver simulato il rapimento di Alessandro Sandrini, accordo con lui, per spartirsi il riscatto, salvo poi venderlo a gruppi di terroristi legati all’Isis Fredi Frrokaj, 43 anni, residente a Gussago, Olsi Mitraj, 41 anni, di casa a Flero – entrambi di origine albanese Alberto Zanini, cinquantaquattrenne di Mazzano (già detenuto per altri reati), sono in carcere da martedì, nell’ambito dell’inchiesta del Gruppo Antiterrorismo della Procura capitolina. Ci sono altre 6 persone indagate (residenti tra Brescia, Chiari, Bulgaria e Albania), tra le quali anche Sandrini (per delitto tentato, simulazione di reato e truffa). L’inchiesta aveva preso le mosse proprio dalla denuncia di scomparsa del trentaseienne di Folzano di cui si erano perse le tracce durante una vacanza — preparata ad arte per il finto rapimento, poi, contro la volontà di Sandrini, diventato realein Turchia, ad Adana, nell’ottobre del 2016. Le indagini erano state condotte in parallelo a quelle per il sequestro di un altro bresciano, Sergio Zanotti, che in Turchia era stato attirato nell’aprile del 2016 con la scusa di acquistare monete irachene create da Saddam Hussein e, una volta arrivato ad Antiochia, era stato consegnato ad un’organizzazione vicina ad Al Qaeda. Rapimenti apparsi anomali fin dall’inizio anche se proprio la prigionia di Sandrini aveva destato i maggiori sospetti. Per tre anni i due erano rimasti nelle mani dei rapitori. Ma le indagini, viste anche le intercettazioni telefoniche nelle quali la fidanzata di Sandrini parlava di “fregatura” da parte degli amici di Alessandro e di soldi non arrivati, erano proseguite anche dopo la liberazione, fino a quando gli investigatori hanno avuto il quadro chiaro sull’attività di un gruppo, con alcuni membri rimasti ignoti, operativo tra l’Italia la Turchia e la Siria , specializzato in sequestri di persona a scopo di terrorismo. C’era anche un imprenditore di Rezzato (non ancora rintracciato) che aveva deciso di fingersi rapito per spartirsi il riscatto, ma non si presentò all’appuntamento
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