6 Maggio 2020

Il Codacons: introvabili le mascherine a 50 cent Scontro con i farmacisti

 

Matteo CAIONE «Le mascherine a 50 centesimi, beni di prima necessità per contenere i contagi, introvabili anche nel Salento». E il Codacons di Lecce scrive al prefetto per chiedere controlli e interventi concreti. Ma la presa di posizione dell’ associazione dei consumatori innesca lo scontro anche con Federfarma. «Ormai – sostiene l’ avvocato Cristian Marchello, responsabile del Codacons di Lecce – sono quotidiane le segnalazioni che arrivano da tutta la provincia sulla irreperibilità delle mascherine chirurgiche. A fronte di questo comportamento, già di per sé censurabile, i casi riguardano anche situazioni in cui farmacisti o esercenti, denigrando la presunta inutilità delle mascherine chirurgiche a prezzo calmierato, inducono i cittadini ad acquistare mascherine di altro tipo a prezzi decisamente più alti. Una condotta che potrebbe peraltro configurare una pratica commerciale scorretta». Il Codacons chiede quindi la piena attuazione dell’ ordinanza per il contrasto al Covid-19 firmata dal commissario straordinario Arcuri «al di là della volontà o meno di alcuni commercianti o farmacisti di vendere un prodotto» ritenuto poco conveniente e «della circostanza o meno che le stesse mascherine siano state in precedenza vendute a prezzi superiori». Il costo non può superare quello imposto dall’ ordinanza del 26 aprile (50 centesimi di euro più Iva) proprio «per consentire – rammenta il Codacons – la più ampia diffusione di questi dispositivi di protezione utili a fronteggiare l’ emergenza sanitaria e che per questo sono beni di prima necessità». A fronte delle segnalazioni pervenute, l’ associazione dei consumatori ha scritto quindi al prefetto Maria Teresa Cucinotta «affinché inviti formalmente tutti i comuni e le competenti autorità di polizia ad effettuare specifici controlli presso i vari centri di vendita». Per la distribuzione dei dispositivi di protezione personale il Governo ha firmato un accordo con Federfarma e con altre sigle come Assofarm, Adf, Confcommercio, Federdistribuzione e Coop. E in merito all’ iniziativa del Codacons, è netta la replica dell’ associazione sindacale dei titolari di farmacie che contesta qualsiasi accusa di boicottaggio. «Le mascherine chirurgiche non si trovano perché ancora non siamo stati riforniti, non certo perché non vogliamo venderle», ribatte la farmacista Francesca Conchiglia, presidente provinciale di Federfarma. «Non condividiamo i toni, ma se il Codacons è a conoscenza di un fenomeno, che non riguarda solo le farmacie, indichi le attività che avrebbero denigrato le mascherine chirurgiche. Purtroppo, le mascherine di quel tipo non sono ancora arrivate. Ci sono dei depositi e le abbiamo prenotate, ma io e tantissimi colleghi non le abbiamo ancora ricevute. Abbiamo stretto un accordo col Governo e siamo pronti a fare la nostra parte. Abbiamo tutto l’ interesse affinché queste mascherine siano reperibili, anche perché ci rendiamo perfettamente conto che servono per la salute dei cittadini e per la nostra salute. Peraltro, stiamo valutando di venderle senza ricarico, offrendo un servizio di pubblica utilità alla popolazione. In ogni caso, stiamo parlando di un guadagno di uno o due centesimi a mascherina. A nostro avviso, in questo momento c’ è bisogno di dialogo, non di polemiche poco costruttive. E se il Codacons ci avesse segnalato delle criticità, avremmo sin da subito affrontato la questione. Per quanto ci riguarda, se esiste un problema, siamo disposti a collaborare e a confrontarci – sostiene Conchiglia – con le associazioni dei consumatori e con chiunque per risolverlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
matteo caione

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