25 Settembre 2012

Il Codacons cita al Tar la regione e alcuni consiglieri: restituire 14 milioni

Il Codacons cita al Tar la regione e alcuni consiglieri: restituire 14 milioni

I creditori della regione Lazio mettono in campo una sorta di class action nella quale chiederanno alla Pisana e ad alcuni singoli consiglieri 14 milioni di euro. La battaglia legale è condotta dal Codacons, con un’ azione al Tar di risarcimento e restituzione, per «ottenere il denaro che spetta dalla regione Lazio, che «spende e spande mentre il paese è piegato in ginocchio». Il Codacons ha citato oggi davanti al Tar la regione e i consiglieri Abruzzese, D’ Ambrosio, Gatti, Rauti, Bucci, Astorre e i funzionari Cecinelli e Stracuzzi. Verrà chiesta loro «la restituzione ai cittadini laziali di 14 milioni di euro sottratti alle associazioni del terzo settore, agli ospedali, ammalati, fasce deboli della società civile per feste e festini». Inoltre in una lettera alla governatrice Polverini, le scuole del Lazio, che vantano crediti per centinaia di migliaia di euro con la regione per progetti svolti e mai pagati, chiedono di utilizzare i fondi che l’ ex capogruppo Pdl Franco Fiorito ha promesso di restituire. «In molti casi – spiega l’ associazione dei Presidi – le scuole hanno anticipato somme ingenti utilizzando i fondi della scuola stessa. In altri, i progetti sono stati svolti ma gli operatori, da almeno due anni, non sono pagati. Ci sono istituti che hanno anticipato i soldi per i progetti chiedendoli ai genitori. Il Liceo Newton e il Federico Caffè di Roma – che deve avere 100 mila euro – si sono già mossi attraverso il Codacons. Le altre scuole potrebbero fare lo stesso». Anche il settore della sanità è sul piede di guerra: «La situazione che sta venendo fuori alla regione fa rabbrividire – spiega il segretario regionale del Tribunale per i diritti del Malato, Roberto Crea – mentre c’ è chi fa il lavoro onesto e aspetta da anni i soldi dalla regione come i fornitori, organizzazioni del terzo settore che suppliscono nel sociale le istituzioni e non ricevono rimborsi per le attività di sussidarietà».

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