Il cenone last minute Natale costa 40 euro
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fonte:
- la Repubblica
I consigli degli esperti: “Non disprezzate i prodotti surgelati“ Carni, trionfa il capretto nostrano
Il vademecum di “Intesa Consumatori“: no alle primizie e bevete vini italiani
Sarà un Natale di mare, quest`anno. In tavola non mancheranno vongole, pesce bianco e capitone. C`è aria di festa al mercato ittico: ampia scelta di prodotti, grande qualità e prezzi accessibili, stabili rispetto al 2004. Ma la novità è l`apertura al pubblico la sera del 23: dopo la mezzanotte si apriranno le porte alle massaie e ai consumatori per una spesa last minute. I prezzi all`ingrosso sono invitanti, ma non c`è da spaventarsi in pescheria: con sette, nove euro si acquista un chilo di vongole di allevamento (quelle veraci arrivano invece a 18 euro); il capitone oscillerà tra i 16 e i 24 euro a secondo della pezzatura. L`unico rincaro reale è quello dei crostacei che mancano in tutta Europa: un più 30, 40 per cento rispetto all`anno scorso. Sarà meglio spostarsi su polpi, calamari e pesce bianco. La spigola costa otto, dieci euro al chilo: di allevamento naturalmente perché quella di mare è un lusso tanto caro quanto raro. Un occhio dunque alla tradizione ed uno alla tasca. Non è tempo di primizie, né di esotismi. Troppo cari. L`ananas supera i tre euro al chilo, molto meglio portare in tavola a fine pasto un bel cesto di clementine nostrane (1,50 al chilo) o il classico melone di Natale che quest`anno costa molto meno dell`anno scorso. “Nonostante le gelate degli ultimi giorni, frutta e verdura abbondano sui banchi del mercato e sono di ottima qualità e a prezzi più bassi rispetto al 2004“, spiega Giuseppe Castaldo, presidente dell`associazione commissionari Napoli Fac Unico mercati. “Con al massimo venti euro una famiglia di quattro persone porta a casa ortaggi e frutta fresca per la cena della vigilia o il pranzo del venticinque“, assicurano dai Mercati generali. Attenzione dunque ai cartellini sui banchi al dettaglio. La minestra di Natale quest`anno non deve superare 1, 30 euro al chilo e i broccoli gli 80 centesimi. Dalle associazioni di Intesa Consumatori arriva anche il vademecum a un consumo consapevole: no alle primizie, attenzione alle quantità (un terzo di quello che si compra a Natale viene buttato) e alle provenienze dei prodotti. Allo champagne sarà meglio preferire uno spumante italiano che costa dai 5 ai 10 euro a bottiglia: da riscoprire anche le bollicine tutte campane. Con l`astice si accontentano tasca e palato: costa un quarto dell`aragosta (20 euro contro 80) e fa la sua bella figura nel piatto. E se alle vongole veraci non si vuole rinunciare si possono mischiare con lupini o telline: si contiene la spesa e si porta in tavola un ottimo spaghetto per la sera della vigilia. “Con 40 euro circa di spesa si può organizzare una cena a base di pesce per quattro persone senza rinunciare alla tradizione“, assicura Antonio Maraucci, presidente della Fac Ittica Campania che invita a scegliere prodotti nostrani, a non snobbare il congelato e il prodotto di allevamento se si vuole dar conto alla tasca. Quanto alle carni, è in ascesa il capretto: la tradizione lo vuole al forno con patate e piselli nel pranzo di Natale. Costa tra i 12 e i 15 euro al chilo quello di allevamento nostrano. Leggermente meno costosi quelli di provenienza europei, ma non altrettanto teneri e saporiti. In caduta invece il tacchino ripieno e la gallina in brodo: tutta colpa della paura per l`influenza aviaria. Per ora sembrano restare nelle vetrine delle pollerie, ma conviene invece approfittarne perché il prezzo indica un ribasso del 10% per cento. Infine i dolci: a rococò, struffoli e susamielli non si rinuncia. Farli in casa può essere un risparmio, ma anche diminuirne il quantitativo. Minor spesa e meno calorie da smaltire dopo le feste. La linea è sempre complice del portafoglio.
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