Il cda di Parmalat boccia Lactalis “Prezzo basso”
MILANO Il Cda di Parmalat boccia l’ Opa lanciata da Lactalis e tenta di sbarrare la strada ai francesi. All’ unanimità e dopo oltre tre ore di consiglio, i vertici del gruppo di Collecchio ancora guidato dall’ amministratore delegato, Enrico Bondi, fanno quadrato e si dicono contrari ai 2,6 euro per azione messi sul piatto dalla famiglia Besnier per conquistare il controllo della multinazionale emiliana del latte. Sebbene non sia emersa un’ indicazione su quale sia il prezzo ritenuto congruo, il consiglio ha ritenuto all’ unanimità che, «considerata l’ analisi svolta dall’ advisor finanziario Goldman Sachs, il corrispettivo offerto non rappresenti il valore del capitale economico di Parmalat nel contesto di un’ operazione di presa di controllo». In altre parole, secondo Bondi & Co l’ offerta – che partirà il prossimo 23 maggio – andrebbe rivista all’ insù, avvicinandola quindi a quei 2,80 euro pagati per rilevare il 15,4% dai tre fondi nelle scorse settimane. Il che significherebbe alzare il controvalore massimo dell’ Opa di altri 260 milioni di euro fino a 3,63 miliardi. Una cifra che però i francesi non hanno alcuna intenzione di tirar fuori dalle tasche. Del resto quanto espresso dal Cda di Parmalat non è altro che una raccomandazione che non avrà ricadute sullo svolgimento dell’ Opa. Il documento verrà inoltrato a breve alla Consob che dovrà valutarlo e poi verrà reso noto al mercato. L’ obiettivo dei francesi è quello di chiudere l’ offerta almeno col 55% del capitale in modo di centrare una delle condizioni d’ efficacia dell’ operazione. E se raggiungessero soltanto questa soglia, Lactalis conquisterebbe la maggioranza assoluta di Collecchio limitando peraltro l’ intervento delle banche a poco più di un miliardo di euro (anzichè 3,4, nell’ ipotetico caso di adesione totalitaria). Superato quindi l’ appuntamento col Cda di Parmalat – probabilmente l’ ultimo dell’ era Bondi -, adesso la palla passa al Tar del Lazio che oggi si esprimerà sull’ esposto presentato dai consumatori (Codacons e l’ Associazione Utenti Servizi finanziari, bancari e assicurativi) che avevano chiesto la sospensione dell’ Opa sulla base di presunte violazioni del Tuf. Al tempo stesso sempre il Codacons ha inviato un esposto al Pm di Milano, Francesco Greco, chiedendo il sequestro del provvedimento col quale la Consob ha autorizzato l’ Opa di Lactalis. Greco è il Pm che ha iscritto nel registro degli indagati le tre banche (SocGen, Lazard e Intesa SanPaolo) e i rispettivi manager che hanno gestito la vendita del pacchetto dei fondi esteri a Lactalis.
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