«Il cartello dei petrolieri» La Procura di Varese indaga e i consumatori attaccano
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fonte:
- Il Giorno
Paolo Verri VARESE COLPO DI SCENA nell’ indagine sui rincari dei carburanti aperta dalla Procura della Repubblica di Varese a seguito dell’ esposto presentato dal Codacons. Nel marzo dello scorso anno la Procura varesina aprì un’ inchiesta volta ad «accertare l’ esistenza di eventuali manovre speculative relative all’ aumento dei prezzi della benzina» e, accogliendo l’ istanza del Codacons, inviò la Guardia di Finanza nelle sedi delle principali compagnie petrolifere italiane, a Roma, Milano e Genova. Ora il Tribunale di Varese, decidendo sull’ istanza di sequestro di tutta una serie di documenti relativi ai listini di benzina e gasolio (contratti di acquisto e vendita di carburanti delle compagnie petrolifere sia sul fronte nazionale che su quello internazione) ha, per la prima volta nella storia del nostro Paese, individuato gravi indizi di reato (truffa aggravata e aggiotaggio) relativamente alla formazione dei prezzi dei carburanti in Italia, ordinando di investire della questione le Procure della Repubblica competenti. l giudice ha sottolineato che «devono indagare le Procure di Roma e Milano» perchè gli eventuali reati di truffa aggravata e aggiotaggio potrebbero essere stati commessi «non alla pompa ma nelle sedi dei consigli di amministrazione delle societa»’. Il pm Massimo Politi, titolare dell’ indagine, ha quindi trasmesso gli atti. SI LEGGE nel decreto del gip Giuseppe Battarino: «Esistono indizi di commistione dei delitti da parte dei legali rappresentanti, componenti del Cda e dirigenti delle compagnie petrolifere…le condotte illecite sono state commesse nelle sedi legali delle predette società; si rileva, a fini probatori, il sequestro dei documenti indicati». L’ accusa è perciò «per aver compiuto manovre speculative ed aver posto in essere artifizi e raggiri, consistenti nell’ aver volontariamente livellato, concordandoli, salvo modesti scostamenti, i prezzi dei prodotti petroliferi alla pompa, in modo da minimizzare le possibilità di minor guadagno derivanti dall’ applicazione dei principi della concorrenza sul mercato nazionale, quindi con danno economico di un numero indistinto e indeterminabile di fruitori del servizio – indotti in errore, ma in ogni caso privi di reale possibilità contrattuale, nella considerazione che le principali compagnie petrolifere agiscono in regime di oligopolio». ALL’ INTERNO del decreto del gip di Varese vengono espressamente citate le seguenti compagnie petrolifere: Shell e Tamoil con sede a Milano, Eni, Esso, TotalErg, Kuwait Petroleum, Api con sede a Roma. Il Tribunale, per questioni di competenza territoriale, si dichiara impossibilitato a procedere e, con una decisione clamorosa, ordina al pm di trasmettere gli atti alle competenti Procure della Repubblica. spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi: «Ora la magistratura potrà fare le pulci ai contratti delle compagnie petrolifere». E lancia «una class action» cui possono aderire ?oltre 34 milioni di automobilisti». «Tutti quelli – afferma il Codacons – che negli ultimi 5 anni hanno fatto rifornimento di carburante nei distributori delle compagnie petrolifere citate dal Gip di Varese».
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Tags: Benzina, carburanti, Class action, reato