Il capo della Consob ai soci azzerati: «Passivo di Pop Bari a quota 700 milioni»
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fonte:
- La Verità
savona: più difficile il rilancio dell’ istituto. chiusa l’ inchiesta su veneto banca: sei indagati per associazione a delinquere
gianluca baldini«Il patrimonio netto della Banca popolare di Bari, che al 30 giugno scorso era pari a 442 milioni di euro, “si deve presumere che sia stato perduto». A dirlo è stato ieri il presidente della Consob, Paolo Savona, durante un’ audizione alla Commissione finanze della Camera sul decreto legge per il sostegno all’ istituto pugliese.Secondo quanto ha spiegato Savona, «si tratta di circa 70.000 piccoli azionisti. Mentre i bond subordinati sono pari a 291 milioni di euro, tutte le altre obbligazioni sono state già rimborsate. Rimane un passivo di oltre 700 milioni da affrontare».Per esprimere un giudizio sulla popolare, ha anche precisato che «bisogna conoscere il piano di rilancio. Non è solo un problema di salvataggio della banca, ma di un rilancio che abbracci le esigenze di tutto il sistema bancario del Sud Italia», ha concluso l’ economista.Il numero uno della Consob ieri poi ha rivolto un invito a governo e Parlamento affinché «si avvalgano dell’ occasione per avviare un esercizio di trasparenza nella futura banca popolare di Bari usando, per ogni atto, una contabilità criptata e decentrata e con algoritmi basati su metodi di intelligenza artificiale per valutare il merito del credito. In questo modo», ha spiegato, «si avrà più facilità di vigilanza da parte di Bankitalia e della Consob e si eviterebbe il ripetersi di storture nell’ erogazione del credito, con un effetto molto importante su tutto il sistema».Savona ha ricordato di aver trascorso 13 anni in Bankitalia e ha sottolineato come «il fianco scoperto dei governatori è sempre la vigilanza, lo sapeva anche il mio maestro Guido Carli che fu chiamato solo una volta dalla magistratura», in occasione della crisi di una banca in Sicilia. «La vigilanza», ha sottolineato il presidente, «è un compito estremamente difficile. Bisogna esserne coscienti». Per questo è necessario prevedere «l’ utilizzo di strumenti che aumentino l’ oggettività della scelta nelle decisioni sulle concessioni di credito».Infine ieri Savona ha ricordato che la Consob non può «entrare nei conti correnti» e che i poteri della commissione che guida sono limitati dalla legge alla rendicontazione fatta dai revisori. Per questo, ha precisato, l’ autorità di vigilanza sui mercati non ha evidenziato carenze nei prospetti informativi degli aumenti di capitale della Popolare di Bari già nel 2014. Nel corso dell’ audizione in Commissione finanze della Camera sul decreto a sostegno del settore creditizio al Sud ieri è intervenuta anche il vice direttore di Bankitalia, Alessandra Perrazzelli. Il concetto espresso dalla dirigente di via Nazionale è chiaro: la trasformazione della Banca popolare di Bari in spa deve avvenire in tempi brevi e senza alcuna esitazione. È una condizione essenziale per portare avanti il progetto di salvataggio della banca da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi e di Mediocredito Centrale. Per favorire questo cambiamento, ai soci che in occasione degli ultimi aumenti di capitale sono stati vittime di comportamenti scorretti, bisognerà riconoscere forme di ristoro. È auspicabile che al risanamento e al rilancio della banca partecipino anche altri soggetti privati.Non a caso il Codacons ha organizzato per domani alle 17 nell’ hotel Rondò di Bari, un’ assemblea pubblica per «chiamare a raccolta tutti i risparmiatori» della Banca Popolare di Bari «interessati a tutelare i propri diritti e ottenere il rimborso dei risparmi andati in fumo».Sono in molte associazioni, però, a ritenere che via Nazionale avrebbe potuto fare di più per scovare prima la situazione di dissesto della banca. «Sono anni che abbiamo portato all’ attenzione delle istituzioni la crisi della popolare di Bari», dice alla Verità Rosario Trefiletti, presidente di Centro Consumatori Italia, «Bankitalia non ha fatto nulla per aiutarci in questo. È da almeno cinque anni che siamo a conoscenza dei problemi della banca e dei rischi per i risparmiatori».La situazione della popolare barese, del resto, ha più di qualche punto in comune con i problemi che hanno avuto i clienti di Veneto Banca. Non è un caso se ieri, per i vertici dell’ istituto del nordest, si sono chiuse le indagini per l’ ipotesi di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Una situazione che vede coinvolti sei dirigenti del gruppo tra cui l’ ex ad Vincenzo Consoli.
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