Ieri un’ altra giornata no per Aruba
-
fonte:
- Il Mattino
Roma. Dopo l’ incendio del 29 aprile scorso alla webfarm di Arezzo che aveva provocato un blackout record, ieri un’ altra giornata no per Aruba, il principale provider italiano che gestisce più di un milione e mezzo di siti in hosting e domini registrati. Il down del sistema ha provocato un nuovo crash tornando alla normalità a macchia di leopardo, che ha scatenato le proteste degli utenti su Twitter. E anche le associazioni dei consumatori si sono già mobilitate. I problemi al provider Aruba, che offre servizi di registrazione domini, hosting e server sono stati denunciati dagli utenti. Oltre ai siti dei clienti, anche Aruba.it è stato inaccessibile per un po’ di tempo così come i telefoni dell’ azienda, e nulla è apparso sulla pagina che Aruba ha su Twitter dove, nel caso del precedente disservizio, aveva postato spiegazioni e scuse. In quella circostanza si era verificato un grave incendio nella server farm di Arezzo, causando uno dei blackout più gravi per il web italiano. L’ azienda aveva poi promesso un risarcimento agli utenti che avevano subito un danno dall’ interruzione. Del «down» di ieri, invece, non si hanno al momento spiegazioni ufficiali di Aruba. C’ è solo traccia nella sezione «Assistenza» del sito di una nota datata 6 luglio 2011 che annuncia «un intervento di aggiornamento sui sistemi» previsto nella notte tra il 6 e 7 luglio. A questa comunicazione segue un’ altra, in cui l’ azienda spiega che l’ intervento è terminato e si scusa «per eventuali disagi arrecati». Quest’ ultima nota non è però datata e dunque non è possibile stabilire se c’ è una correlazione con i problemi di ieri. Numerose le proteste sul web – tanto che su Twitter la parola Aruba è al top degli argomenti discussi in Italia – che puntano il dito soprattutto sul silenzio dell’ azienda. «Ancora un guasto lo posso accettare, ma il silenzio di Aruba in queste ore non lo sopporto, e poi mi sa di resa!», si legge in uno dei tanti post. Un altro utente, agganciandosi all’ attualità, dice che Aruba «ha anticipato l’ Agcom rendendo inaccessibili milioni di siti italiani». E le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra: «Stiamo ricevendo migliaia di chiamate e segnalazioni da parte di utenti danneggiati dal blackout dei server della società Aruba – ha detto il presidente Adoc Carlo Pileri – e l’ Adoc ha attivato prontamente il suo pool di legali per valutare la situazione e la possibilità di un risarcimento del danno subito, non escludendo un’ eventuale class-action a tutela degli interessi degli utenti». Anche il Codacons avvia «le procedure per chiedere all’ azienda il risarcimento in favore di tutti i clienti danneggiati», spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- VARIE
-
Tags: arezzo, aruba, Class action, provider, Risarcimento, server, webfar