I tassisti bloccano la città: fermate deserte e disagi
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fonte:
- Il Messaggero
LA GIORNATA È bastato lo spettro del ddl “concorrenza” per spingere i tassisti di tutta Italia a incrociare le braccia. Ieri, giorno in cui hanno decretato lo sciopero nazionale, si sono dati appuntamento nella Capitale per un corteo che si è snodato a partire dalle 11.30 da piazza della Repubblica per giungere, passando su via Cavour, fino a piazza Madonna di Loreto, contigua a piazza Venezia.I tassisti “uniti” (hannopartecipato compattetuttele sigle del settore) non solo hanno lasciato a piedi clienti abituali e non, ma hanno, di fatto, paralizzato il traffico e gli spostamenti di pendolari e turisti in viaggio anche su bus e tram nell’area del Centro storico. Chiusa anche buona parte della passeggiata deiForiImperialiFori,coniblindatidelle forze dell’ordine a fare da cordone al Colosseo. RABBIA E PAURA In diecimila secondo gli organizzatori («tremila,a salire», ma non molti di più, secondo la Questura) hanno sfilato dietro i vari striscioni di appartenenza tra fumogeni e petardi fatti esplodere di continuo. Moltissimi gli slogan contro Uber, la piattaforma americana di gestione del trasporto privato, numerosi i monopattini e le bici del car sharing gettate a terra in segno di protesta contro le multinazionali che creano alternative al trasporto tradizionale. Ma sostanzialmente, il corteo si è svolto senza disordini. Imponente il dispositivo messo in campo da polizia, carabinieri e guardia di finanza, mentre i vigili urbani si sono preoccupati di chiudere, di volta in volta, le strade limitrofealcorteo.Lamanifestazione, infatti, è andata avanti fino alle 16,30 e prima che anche gli ultimi partecipanti lasciassero la piazza ci è voluto altro tempo. Per diverse ore il centro è rimasto spezzato in due parti, con ingorghi concentrati tra via Merulana, piazza Santa Maria Maggiore e intorno all’area della stazione Termini.Molti gli automobilisti e gli scooteristi costretti a fare retromarcia e a cercare strade alternative, nel dedalo di vie e viuzze intorno al Colle Oppiopercercarediaggirare(invano)il serpentonedeitassisti. Rabbia alle fermate dei taxi. In piazza dei Cinquecento alcuni rappresentanti dei tassisti “in borghese” vigilano che non ci siano gli abusivi ad approfittare della mancanza delle auto bianche. «Ora come faccio?I bus neanche riescono a passare», allarga le braccia Mario Ferranti, 58enne manager arrivato in treno da Napoli. Negli stalli arancioni di piazza San Silvestro ci sono i taxi chiusi dei conducenti che stanno manifestando. Una donna straniera con due bambini piccoli per mano chiede, inutilmente,dipoteresalire. All’ora di pranzo, i tassisti sfilano lungo via Cavour tra i turisti seduti ai tavolini per pranzare. Alcuni, spaventati per le i petardi esplosi, chiedono di potere mangiare dentro. Hanno paura. Un ristoratore con accento napoletano inveisce: «Manifestare è legittimo, ma esplodere “e’ bombediMaradona”non hasenso». Per i commercianti di via Cavour, una scena che si ripete. «Quest’anno hanno già sfilato gli studenti, per noi sono ore di lavoro perse», spiega un pizzaiolo.I tassisti arrivati da Bergamo, Milano, Napoli, Firenze, Torino, tanto per citarne alcuni, distribuiscono i loro volantini («scioperiamo perché difendiamo il lavoro di chi vorrebbe distruggere 40mila imprese e 40mila famiglie»), qualcuno approfitta per farsi selfie con sfondo il Colosseo, altri addentano panini e birra. LE MASCHERINE Gli organizzatori richiamano all’uso dellemascherine«sennòigiornalisti scrivono che non le portiamo». Non tutti danno retta. Con le nuove disposizioni del ministero dell’Interno, le multe arriveranno anche “in differita”eresponsabilipotrannoesseregli stessi organizzatori. Da Codacons e Unione Consumatori dure critiche: «Il comparto del trasporto pubblico non di linea non può rimanere fermo al Medioevo. Si tratta di una misura – dice il Codacons – che i tassisti non devono leggere come una minaccia. Di contro, no alle liberalizzazioni selvagge». Tranchante l’Unc: «Una protesta immotivata e preventiva».Maitassistidalpalcosonostati chiari: «Diecimila colleghi hanno mandato oggi dalla piazza un messaggio al governo», dicendosi «disposti a batterci fino alla fine. «Disinstalliamo tutte le app in capo alle multinazionali», il refrain. Con una promessa: «Manterremo alta l’asticella dell’agitazioneinognicittàagitazioneinognicittà». Alessia Marani
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