I sindaci disobbediscono alle circolari dei prefetti «Avanti con la Dad
- fonte:
- Corriere del Mezzogiorno
Non si fermano, anzi rilanciano.I sindaci che, sulla scorta della decisione del governatore Vincenzo De Luca, poi vanificata dalla pronuncia del Tar, avevano firmato ordinanze per sospendere nei rispettivi comuni l’attività scolastica in presenza, accolgono solo in minima parte l’invito al ripensamento arrivato dalle prefetture. Mantengono le scuole chiuse.E da Somma Vesuviana parte addirittura una lettera al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per chiedere la sospensione dell’anno scolastico. Questa la richiesta del primo cittadino vesuviano Salvatore Di Sarno: «Chiedo a lei signor ministro, un grande sforzo ed eventualmente di considerare la possibilità di una sospensione dell’anno scolastico con recupero nel mese di giugno». Contattato telefonicamente Di Sarno ha chiarito che l’eventuale sospensione «dovrà limitarsi al-l’attualeattuale fase particolarmente critica dell’emergenza».E ha aggiunto: «La scelta della dad è probabilmente la più difficile. Ma io ho il dovere di proteggere i miei concittadini. Ed eserciterò le mie prerogative finché un’autorità giudiziaria non me lo impedirà». Non recede dalla proprie posizioni anche il primo cittadino di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino. Fonti comunali chiariscono che il provvedimento di sospensione delle attività didattiche in presenza fino al 15 gennaio è basato, oltre che sui dati di crescita dei contagi, anche su precise richieste di dirigenti scolastici. L’ordinanza sindacale prevede anche il divieto di accesso agli uffici comunali, ai centri anziani, alle biblioteche. Compatti i primi cittadini della Conferenza della Costa d’Amalfi che hanno inviato una risposta alla nota della prefettura di Salerno. Il tono della comunicazione, firmata dal presidente Luigi Mansi, sindaco di Scala, e dal responsabile della Sanità Andrea Reale, primo cittadino di Minori, è conciliante. Ma la sostanza resta immutata: le 13 ordinanze che sanciscono la sospensione delle attività in presenza restano in vigore. Preliminarmente si chiarisce che «le precisazioni evidenziate dalla Prefettura, pur ineccepibili dal punto di vista della logica giuridica, necessariamente escludono una valutazione di merito sui provvedimenti stessi che trovano invece ragione in precise considerazioni sostanziali». In dettaglio, si ricorda innanzitutto che «allo stato attuale i contagi accertati supera la quota del 5 per cento della popolazione residente in Costa d’Amalfi ed è in costante aumento». Inoltre si evidenzia che «le ordinanze sindacali sono state emesse sentita la competente autorità sanitaria, che «sul territorio le attività di tracciamento e di controllo dei contatti risultano già da tempo estremamente lente e carenti e le Usca sono ridotte all’osso sia in termini di personale che di attrezzature».E ancora: «Le scuole, attraverso le proprie dirigenze, lamentano le inevitabili difficoltà andrebbero incontro per l’accertata carenza di strutture e di personale da utilizzare nella concreta applicazione delle procedure», «permane il problema dell’inadeguatezza dei controlli sui mezzi di trasposto pubblici». Non si chiude comunque definitivamente la porta «alla rivalutazione della situazione», ma solo dopo il monitoraggio concreto delle suddette criticità. Ma c’è anche chi spinge dalla parte opposta. Nel Sannio il Codacons di Benevento ha inviato una diffida al prefetto affinché «ordini a tutti i sindaci del territorio di uniformarsi alle direttive provenienti dal Governo,e in particolare ai primi cittadini di Durazzano e San Giorgio del Sannio, artefici di ordinanze in palese spregio delle normative vigenti». Gimmo Cuomo
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