I seggiolini anti abbandono in vendita sono fuorilegge! La nuova polemica getta nel caos tutti i genitori…
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La legge è entrata in vigore il 7 novembre. Ma le multe potrebbero essere rinviate di quattro mesi perché nessuno era pronto al cambiamento. E ora si scopre addirittura che i modelli nei negozi non vanno bene…
I dispositivi anti abbandono per i seggiolini auto dei bambini più piccoli sono diventati obbligatori il 7 novembre. Ma al panico diffusosi fin dai primi momenti (nessuno ne era praticamente al corrente e non c’era traccia degli incentivi) per le multe salate previste, si aggiunge ora una beffa: secondo Altroconsumo quelli in vendita non sono a norma –
I DUBBI – Secondo l’associazione sul mercato non ci sarebbero modelli capaci di attivarsi automaticamente senza manovre del conducente in blutooth col cellulare “ad ogni utilizzo”. Ovvero: “Non è chiaro se la necessità di attivare questa modalità sia da considerarsi un’azione volontaria attiva”. Perché, naturalmente, il dispositivo dovrebbe appunto supplire alla “dimenticanza” dei genitori.
L’OMOLOGAZIONE – Il secondo dubbio è invece inerente l’ipotesi che il dispositivo alteri l’omologazione del seggiolino e la possibile irregolarità di quelli che necessitano della chiusura con una clip.
LA CERTIFICAZIONE – Agli ultimi quesiti, per la Polizia Stradale, fa fede la certificazione di idoneità. Dal ministero dei Trasporti fanno sapere, per il resto, che “non ci risulta che siano in circolazione prodotti non rispondenti ai requisiti. In ogni caso la vigilanza sui requisiti previsti per legge è affidata alla Motorizzazione”. Il meccanismo, spiegano, va attivato una volta sola seguendo il libretto di istruzioni. Sul sito del ministero dei trasporti sono consultabili le informazioni per il consumatore.
LE MULTE – Quanto alle multe, dopo le polemiche per la mancanza di pubblicizzazione e l’assenza di un numero sufficiente di dispositivi sul mercato, potrebbero essere temporaneamente sospese. Nel decreto fiscale sarà infatti inserito un emendamento che ne rinvia l’applicazione al 6 marzo, che – riporta l’Ansa – dovrebbe prevedere anche “la restituzione della somma indebitamente versata” per chi nel frattempo è incorso nella sanzione.
CONTESTARE LE MULTE – Di certo i controlli sono cominciati e si rischiano sanzioni da 83 a 333 euro (ridotti a 58 e 10 se pagate in cinque giorni) con 5 punti decurtati dalla patente. Con due infrazioni scatta la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi. Al momento, suggeriscono al Codacons, utile sarebbe avere con sè (se non si è trovato il dispositivo) l’ordine di acquisto. O, alla peggio, scaricare sul sito dell’associazione un modulo in cui è spiegata l’impossibilità di reperirlo sul mercato: modulo da far allegare all’eventuale verbale. Secondo il Codacons, poi, è chi fa l’accertamento a dover verificare la conformità del dispositivo e non si è tenuti ad avere con sè l’autocertificazione. In caso di multa, in attesa dell’agognato decreto, non resta che rivolgersi al Giudice di Pace e spendere (almeno) i 43 euro del contributo unificato.
GLI INCENTIVI? BISOGNA CORRERE…- Infine, gli incentivi mai arrivati: nei prossimi giorni un decreto dovrebbe autorizzare il contributo, che verrà versato alle famiglie dietro presentazione di ricevuta di pagamento. Probabilmente non basteranno per tutti, perché saranno erogati fino “a esaurimento delle risorse stanziate”. Bisognerà farsi trovare pronti.
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