I pericoli della pista ciclabile
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fonte:
- Il Messaggero
L’ altro pomeriggio il ciclista è finito addosso a un pedone. Per fortuna nessuno dei due si è fatto male in modo grave. L’ incidente, sulla nuova pista ciclabile di via Colombo a Francavilla, potrebbe essere solo il primo di una lunga lista perché la pista ciclabile in realtà non esiste, anzi quel tratto è solo una delle tante insidie del percorso dedicato alle due ruote che si snoda da Francavilla a Pescara nord. Chi vuole può constatare di persona partendo dal Foro, ai confini con Ortona, fino a raggiungere dopo 15 chilometri la rotonda Paolucci. Altro che via tranquilla. Il primo punto pericoloso coincide con il Pontile della Sirena e l’ inizio di viale Kennedy, l’ unica linea di demarcazione è rappresentata da una sbiadita striscia bianca a terra, stretta tra il marciapiede a raso e la strada piuttosto stretta. Nessuno degli automobilisti ne nota l’ esistenza. I ciclisti, temendo di essere falciati, fanno slalom tra le palme che ombreggiano il marciapiede e i pedoni in transito, pregando che in quel momento non passino gli autobus della Gtm, che sono quelli che fanno più paura. Stesso copione per viale Cristoforo Colombo che dicevamo all’ inizio. In assenza di un marciapiede, trasformato all’ occorrenza in parcheggio ovviamente a pagamento, di strisce bianche a terra ne spuntano due: una per i pedoni e l’ altra per i ciclisti. Il risultato? La carreggiata è così stretta che basterebbe allungare un braccio teso fuori dal finestrino per mettere in difficoltà un ciclista. Anche la sezione provinciale di Chieti del Codacons Abruzzo è scesa in campo per protestare contro questo tratto di pista ciclabile, inviando una lettera al sindaco Antonio Luciani. La beffa prosegue nel tratto tra Alento e rotonda dell’ Asterope, si cammina ma ci sono i passi carrabili di numerose ville vista mare: lo spazio c’ è ma il pericolo non diminuisce. Le cose non migliorano a Pescara, dove la pista ciclabile di viale Primo Vere, delimitata con tanto di aiuole e di segnaletica verticale ed orizzontale è, di fatto, un parcheggio per auto e motorini. Solo che le vetture non dovrebbero proprio esserci perché una bella striscia individua il passaggio pedonale, dividendolo da quello per ciclisti, a due sensi di marcia. Ambiguo anche il tratto che porta da piazza Le Laudi fino al lungomare Giovanni XXIII, dove finalmente inizia la vera pista ciclabile. La serenità non dura e dal Porto Turistico al Ponte del Mare di sentieri dedicati alle due ruote non c’ è traccia; riprende al Ponte del mare e prosegue fino alla Nave di Cascella, tratto mai collaudato mentre viale della riviera ritorna ad essere percorribile fino alla rotonda Paolucci.
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