I parenti degli ospiti dell’ Home Claudia Augusta presidiano la struttura: «Rette da 3mila euro al mese per i trasferimenti»
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fonte:
- Il Gazzettino
CASALE Le famiglie si rivolgono al Codacons. I parenti degli anziani che dopo il blitz dei Nas dovrebbero lasciare la Home Claudia Augusta di Casale hanno chiesto l’ aiuto dell’ associazione dei consumatori per impedire che i loro cari vengano trasferiti in case di riposo lontane con rette superiori anche ai 3mila euro al mese. Cioè oltre mille euro al mese in più rispetto a quanto pagano ora. «Abbiamo deciso di presidiare la struttura annuncia Tommaso Todesca, riferimento delle famiglie e amministratore di sostegno di Anna Segre, ospite di 94 anni nessun anziano dovrà essere trasferito altrove fino a quando non ci sarà un intervento delle istituzioni per rendere i costi accessibili». Il Codacons ha già raccolto l’ appello. «Ci prendiamo in carico il caso è il messaggio che Franco Conte, presidente dell’ associazione dei consumatori del Veneto, ha inviato all’ assemblea delle famiglie andata in scena ieri sera proprio nella Claudia Augusta siamo pronti a portare avanti tutte le azioni legali necessarie». In primis verrà richiesto l’ intervento del garante regionale dei diritti della persona. Le famiglie hanno costituito un comitato, che sfocerà in una vera associazione. Sono consapevoli che la struttura gestita da Giuliano Nalesso, ex violino della Fenice, non è autorizzata ad accudire persone non autosufficienti. Ma non vogliono sentir parlare della chiusura della struttura di vicolo San Francesco. Per loro gli anziani che sono ancora in grado di badare a se stessi devono poter rimanere. LE RICHIESTE È questa la ragione che li ha spinti a scrivere alla Procura, alla Regione e al Comune chiedendo una proroga per sistemare le cose non a norma, a cominciare dall’ impianto antincendio, e per gestire nel migliore dei modi il trasferimento degli ospiti non autosufficienti. Questi ultimi sono 21 su 35.. La Claudia Augusta potrebbe andare avanti comunque? È un problema che si porrà in seguito. Anche perché le famiglie contestano tale il conto. «Gli anziani sono stati etichettati come autosufficienti o non autosufficienti sulla base di alcune domande, senza nemmeno la nostra presenza lamentano non può funzionare così. Non basta vedere se una persona è in grado di sposarsi da sola per dire che non è autosufficiente». Dopo il blitz di venerdì, i Nas hanno sospeso il sequestro della struttura solo perché a ridosso del Natale era impossibile trasferire tutti gli ospiti altrove. Adesso c’ è tempo fino alla fine del periodo delle festività. Ieri il settore sociale del Comune di Casale ha incontrato i familiari degli anziani con la residenza nel paese. Uno per uno, per tutta la giornata. Sono state proposte loro altre case di riposo tra Treviso, Silea, Paese, Oderzo e Quarto d’ Altino. Ma resta il nodo delle rette: difficile scendere sotto i 2.400 euro al mese. Ieri ci sono stati solo rifiuti. Per questo il comitato chiede più tempo. «Chiediamo che sia concessa una proroga per la regolarizzazione dell’ attività della Claudia Augusta ha messo nero su bianco il gruppo inoltre chiediamo che ci venga concessa la possibilità di creare un protocollo d’ intesa con l’ Usl 2 affinché nel momento in cui un ospite non sia più autosufficiente si impegni a favorirne la collocazione in una struttura pubblica adeguata, sollevando l’ associazione da ogni responsabilità». Non è finita. INCONTRO URGENTE Il comitato delle famiglie chiede anche un incontro urgente con il sindaco Stefano Giuliato e i responsabili dei servizi sociali del Comune. «La verità è che le strutture pubbliche non hanno abbastanza posti a disposizione conclude Todesca le graduatorie sono infinite e i costi proibitivi. Ci sono almeno una decina di strutture come la Claudia Augusta in Veneto. Rispondono a una necessità che altri non considerano. Non abbiamo nulla da ridire sul modo con cui sono stati assistiti gli anziani. Anzi. Per questo vogliamo che almeno le persone autosufficienti rimangano qui. Gli ospiti sono già stati spaventati a sufficienza. Negli ultimi giorni molti evidenziano problemi che prima non avevano. Non possono essere trattati come pacchi postali». Mauro Favaro.
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