«I malati costretti a pagare rette alle Rsa»
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fonte:
- Il Quotidiano del Sud
di RAFFAELE SPADA LAMEZIA TERME – I costi per l’assistenza di malati gravi presso una struttura sono totalmente a carico del servizio sanitario e, pertanto, non può essere imposto ai familiari dei pazienti di pagare le rette. È quanto chiede il Codacons alla Regione Calabria ed all’Azienda Sanitaria. «Purtroppo le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) pretendono il pagamento – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – delle rette di ricovero dai degenti affetti da Alzheimer, demenza senile, degenti con handicap intellettivo grave, malati cronici non autosufficienti o con rilevanti disturbi psichiatrici e autonomia molto limitata nonché affetti da altre patologie gravi, ovvero dalle loro famiglie. È quanto accade, nonostante sia evidente come tale onere economico debba gravare, per intero, sul Servizio Sanitario e, conseguentemente, come non vi sia alcun onere in capo alle famiglie dei malati». Per il Codacons «la gravità di alcune patologie finisce per rendere impossibile distinguere tra prestazioni socio-assistenziali e sanitarie, perciò, viste tali terribili condizioni, tutto è di rilievo sanitario e, conseguentemente, a carico del servizio sanitario. Eppure le famiglie sono costrette a pagare ben oltre mille euro al mese». «A ciò si aggiunge un comportamento assolutamente censurabile – prosegue Di Lieto – da parte di alcune strutture che impongono ai familiari dei degenti la sottoscrizione di un impegno al pagamento delle rette. In buona sostanza si pretende dai familiari dei malati di assumersi un onere che non compete loro. Quanto accade in Calabria è davvero abominevole. Riteniamo sia illegittimo voltare lo sguardo mentre si lucra sul dolore dei parenti nel silenzio generale». Eppure in Calabria si fanno salti mortali quando si tratta di favorire la sanità privata. «Abbiamo intrapreso un’azione giudiziaria – si legge in una nota del Codacons – contro la Regione Calabria per porre fine a comportamenti intollerabili in danno di soggetti fragili e, conseguentemente, affinché sia imposto a tutte le strutture operanti di procedere all’immediata restituzione in favore delle famiglie dei degenti, di quanto illegittimamente riscosso negli ultimi dieci anni, pena la revoca dell’accreditamento. La Regione non può far cassa sulla sofferenza e favorire i privati. Bisogna smettere di strangolare famiglie che già pagano il peso della malattia e restituire il maltolto. E per le strutture che non si adeguano si dovrà procedere alla revoca dell’accreditamento»
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