I fondi destinati alle buche spesi anche per Spelacchio
- fonte:
- Il Messaggero
L’INCHIESTA I soldi destinati a riparare le buche a Roma sono stati spesi anche per “garantire” la sicurezza di Spelacchio. L’albero di Natale che il Comune ha piazzato al centro di piazza Venezia nel 2017. Il servizio di vigilanza per l’abete alto 22 metri, triste e spelacchiato, da qui il soprannome che lo ha reso celebre in tutta Italia e perfino in Russia, è costato alle casse del Campidoglio poco meno di ventimila euro. Denari sborsati per pagare turni extra alla polizia municipale. È questo un nuovo capitolo delle spese anomale in Comune, che arricchisce il fascicolo del pm Antonia Giammaria di nuovi esborsi di risorse attinti da un tesoretto che dovrebbe essere destinato, invece, ad altro. L’indagine ad oggi è per abuso d’ufficio a carico di ignoti. LE VERIFICHE I soldi riservati alle strade colabrodo della Capitale non sarebbero stati dirottati “solo” sull’acquisto di cancelleria, detersivi, mobili, servizi di facchinaggio, come emerso in un primo momento in virtù di una denuncia del Codacons. Grazie a un dettagliata indagine della Guardia di Finanza, della sezione di Piazzale Clodio, si è infatti scoperto che alcuni fondi sono stati destinati per “Spelacchio”, anche per l’acquisto di software per l’anagrafica Un milione di euro la cifra dirottata su questi programmi. L’inchiesta della procura di Roma va avanti. Il lavoro degli inquirenti sta facendo luce sulla corretta spesa delle risorse, incassate dal Campidoglio, grazie alle multe. Si tratta di milioni di euro che, ogni anno, pompano liquidità nelle dissestate casse capitoline. Denaro che va versato, tassativamente, come impone il codice della strada, per un minimo del 50% a favore di interventi di manutenzione stradale. Il sospetto, perciò, è che questo non accada. Le cifre, le relative voci di spesa che stanno spulciando le fiamme gialle, sono di tutto rispetto. Basti pensare che nel 2016 il Comune a fronte di 348 milioni impegnati nel bilancio dai «proventi per le contravvenzioni alle norme della circolazione stradale», ne avrebbe spesi solo 108. Nel 2017, l’amministrazione aveva impegnato 355 milioni, ma ne sarebbero stati impiegati solo 157. SPESE PAZZE Leggendo poi l’elenco delle spese finanziate con gli introiti delle multe vengono fuori voci che non sembrano in linea con la mission principale, cioè la guerra alle buche. Si trovano gli impegni di bilancio più disparati: 500.149 euro per la «pulizia dei locali», altri 4.450 euro per i «materiali di consumo per la pulizia», tipo stracci e detersivi. ancora: 208.128 euro spesi dal 2016 al 2018 solo per «accessori per uffici e alloggi»; 8.850 euro per la «manutenzione di beni mobili e arredi»; 26mila euro per un servizio di facchini («trasporto o immagazzinaggio di merci e documenti»); 45mila euro per «musei e mostre»; 57.828 euro per e in certe circostanze, per legge, può attingere dal tesoretto delle multe destinato poi al riparo delle buche. infatti, sulla questione Spelacchio, gli investigatori stanno verificando se vi è, o meno, l’effettiva coincidenza. RATTOPPI MAI ESEGUITI Inoltre c’è un secondo fronte d’indagine suggerito dalla denuncia del Codacons del 2019. Nelle carte consegnate agli inquirenti, si parla anche di lavori mai effettuati o di interventi grossolani. Operazioni indicate nei documenti dei Municipi ma mai realizzate. Il sentore è che chi avrebbe dovuto vigilare sugli interventi di manutenzione non lo abbia fatto o abbia controllato in modo superficiale. tal fine il Codacons aveva allegato delle foto di buche o marciapiedi dissestati, con le relative date. Si tratta dei giorni in cui, secondo i Municipi, sono intervenuti gli operai. Ebbene, stando agli scatti, dis
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