I dehors anti Cosap: più piccoli
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fonte:
- Corriere Fiorentino
C’ è chi organizza assemblee, chi pensa ai ricorsi al Tar, chi chiede incontri urgenti con la giunta. Chi è già preoccupato per possibili chiusure e licenziamenti. E chi propone di tagliare gli spazi dei dehors dell’ 11 per cento per impedire a Palazzo Vecchio di fare «cassa» con gli aumenti del Cosap che, per le pedane, aveva previsto proprio quella percentuale di aumento. Lo sconto Nel tondo a lato il sindaco di Firenze Matteo Renzi A sinistra un dehors in Piazza della Signoria Chi pensava fosse conclusa la battaglia sugli aumenti, si sbagliava di grosso. La scelta di ridurre il canone per l’ occupazione del suolo agli ambulanti dei mercati rionali, colpendo però quello dei dehors, ha scatenato le proteste sia delle associazioni di categoria che dei «sindacati di settore» dei pubblici esercizi. E si muove anche il Codacons, a difesa dei tassisti. «I nostri associati riducano le dimensioni delle loro pedane esterne dell’ 11%, così non pagheranno un euro di tasse in più e potranno provare a fronteggiare ancora la crisi economica che da tempo sta provando anche il settore degli esercizi pubblici», propone Stefano Nencioni, presidente della Fipe Confcommercio, sorpreso due volte dell’ aumento per le pedane: per averlo appreso dai giornali «e perché il vicesindaco Nardella ci aveva assicurato che non sarebbe arrivato». La Fiepet Confesercenti, fa sapere il presidente Santino Cannammella, convocherà un’ assemblea di tutti gli operatori dei pubblici esercizi «per concordare e decidere le misure da adottare: l’ aumento è assolutamente inaspettato, e arriva in un momento in cui non è definita la partita dei dehors e degli investimenti necessari per la loro realizzazione». Identico disappunto viene espresso da Anva Confesercenti, Cna.com e Cisl ambulanti: «Si è venuti in soccorso dei mercati rionali, ma nulla è stato fatto per il centro storico della città – scrivono i tre sindacati di settore – il nostro giudizio non cambia. Si parla sempre di una manovra da un milione emezzo di euro che grava sulle imprese turistiche della città, imprese che danno lavoro, producono ricchezza e, piaccia o non piaccia, costituiscono elementi di attrazione» per i turisti. E così le tre sigle chiedono un incontro al vicesindaco Dario Nardella. Anche dal mondo dei taxi, che pagano il Cosap per le loro aree sosta, arriva un altolà: l’ avvocato Carlo Rienzi, presidente nazionale Codacons, ricorda che sono «servizio pubblico», loro non devono pagare «come peraltro succede in altre città, come Roma». Ed è pronto ad un ricorso al Tar. «La scelta di far pagare i taxi è un controsenso», dice Silvia Bartolini del Codacons di Firenze. Ma è là dove gli aumenti sono più alti, nei mercati coperti, che la protesta sta montando più forte. E non è rivolta solo al Comune, ma anche ai partiti: anzi, al Pd. E’ quasi uno sfogo quello di Giacomo Franci, del Consorzio del mercato centrale e uno dei responsabili dei rapporti con l’ amministrazione. «Nel mercato si prova un grande senso di amarezza misto a rabbia e frustrazione. Lo sciopero l’ abbiamo fatto, comunque disponibili a discutere con l’ amministrazione: non è servito a niente», dice Franci secondo cui «il mercato interno sta vivendo un momento difficile per i cantieri aperti, per la grande difficoltà nel raggiungerlo e persino uscirne, ora che la viabilità è dirotatta su via della Scala, con gli ortofrutta che lavorano sotto un tendone per i lavori al primo piano. Anche se contenti di continuare a vendere, sono in una situazione di disagio». Quindi l’ aumento, del 170 per cento nei mercati coperti, «provocherà poblemi: c’ è già chi parla di licenziamenti, chi pensa di chiudere». E poi l’ attacco all’ amministrazione: «In tanti hanno il dubbio che vogliano svuotare questo mercato, per darlo in gestione ad altri. E’ vero che non ci sono stati aumenti del Cosap dal 2001, ma è anche vero che da allora sono stati fatti solo lavori di ristrutturazione, non di promozione del mercato». Insomma, «è come se ci avessero messo un’ ipoteca sulle nostre ditte, che non vivono di rendita: qui all’ interno nessuno subaffitta, a condurle sono famiglie, io compreso: le associazioni di categoria hanno cercato di tutelare tutti gli operatori del settore dei mercati esterni, Sant’ Ambrogio compreso». Franci, che è iscritto al Pd, ce l’ ha anche col suo partito: «Ho parlato con tutti i vertici, con chi ricopre ruoli importanti. Non c’ è stata una porta aperta, mai avuto uno spiraglio, niente. Nonostate l’ impegno dell’ assessore Falchetti e dal vicedisindaco Nardella, evidentemente gli ordini erano altri». In queste condizioni, con il canone quasi raddoppiato, «o ci fate pagare mezzo canone, o ci fate aprire il mercato tutto il giorno. Perché forse qualcuno non sa bene come vive e di cosa vive questa città».
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