I controlli sulla carne di cavallo partiranno dal primo marzo
- fonte:
- Corriere della Sera
ROMA – Entro la fine di marzo si saprà se e in che misura è diffuso in Italia e nell’ Unione Europea il fenomeno della carne di cavallo nascosta in cibi con manzo preconfezionati e congelati. E se si dovranno replicare i ritiri dal mercato di ravioli e tortellini Buitoni, società del gruppo Nestlé. Ieri infatti gli istituti zooprofilattici italiani e i servizi addetti alla sorveglianza hanno ricevuto dal ministero della Salute il piano sistematico di controlli predisposto in base alle indicazioni di Bruxelles. L’ operazione scatta il primo marzo e consiste in due azioni distinte. Individuazione di specie equina non dichiarata in etichetta in prodotti a base di carne bovina e ricerca del fenilbutazone, il farmaco deleterio per l’ uomo che viene usato generosamente nei cavalli da corsa. Un totale di almeno 560 test da ripartirsi tra animali di origine italiana e straniera. La presenza dell’ antinfiammatorio è la prova inconfondibile dell’ impiego nella preparazione di cibi di carni bandite dalla catena alimentare. I corridori a fine carriera non solo non possono essere abbattuti. Le carcasse vanno distrutte con procedure speciali proprio perché venga evitata la contaminazione con le carni di cavallo regolarmente commerciabili. In attesa dei test europei ieri i Nas hanno continuato le loro indagini con l’ obiettivo di analizzare almeno 250 campioni di primi piatti pronti o surgelati a base di manzo e verificare eventuali frodi. Tutti in regola agli stabilimenti Nestlé di Milano e Moretto, l’ azienda che ha dovuto ritirare negli scorsi giorni tortellini e ravioli. Non è in gioco la sicurezza del consumatore nel senso che questi cibi non sono tossici né procurano reazioni. Però il fatto che la carne equina non compaia sull’ etichetta configura una truffa di portata europea e allunga un’ ombra sinistra sull’ intero settore. Ieri la Repubblica Ceca è entrata nella lista dei Paesi dove sono stati venduti cibi con carni di cavallo non dichiarata. I consumi da noi non sembrerebbero calati, secondo il monitoraggio della grande distribuzione. Il Codacons sta valutando possibili azioni di risarcimento. Come mettersi al sicuro dalle contaminazioni? «Orientarsi sull’ acquisto di cibi a chilometro zero, quelli con la filiera corta e pochi passaggi dall’ origine della materia prima alla vendita», suggeriscono gli esperti. Secondo Coldiretti gli inganni a tavola sono i più temuti da 6 italiani su 10. E la Cia: «Lo scandalo potrebbe essere l’ occasione per rafforzare la tracciabilità». Margherita De Bac [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA.
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