9 Febbraio 2002

I consumatori: l´imposta? Una follia

I consumatori: l´imposta? Una follia

Gli agricoltori: «Si rafforza il rapporto produzione-consumo»

L´ipotesi di un «ticket» sulla carne per finanziare interventi di controllo nei vari momenti della filiera, dalla produzione alla vendita, avanzata dal ministro Gianni Alemanno trova consensi nel mondo agricolo, ma fa insorgere le associazioni dei consumatori. Il Codacons definisce la proposta «un atto folle» e prosegue ricordando con altrettanra durezza che i controlli sul cibo sono compito obbligatorio delle istituzioni pubbliche. «E´come se – sottolinea il Codacons – per acquistare l`acqua, oltre al prezzo stabilito, dovessimo versare un´ulteriore tassa per averne garantita l`igiene». Critiche non meno pesanti arrivano dall´Adusbef, che, oltre alla proposta di un prelievo di natura parafiscale sulla carne, attacca Alemanno: «È una vergogna che il Governo addossi ai consumatori un ticket per la sicurezza alimentare», dice il presidente Elio Lannutti, sottolineando che nei momenti di crisi le associazioni non vogliono creare allarmismi ma solo difendere i consumatori e ribadendo la sua convinzione che nell` emergenza, «pesi anche l`insipienza del ministero delle Politiche agricole». Di tutt´altro tenore le reazioni che si registrano sul fronte delle organizzazioni agricole. «L`ipotesi avanzata dal ministro Alemanno è ampiamente condivisibile e si inserisce nella strategia di un rafforzamento, oggi più che mai necessario, del rapporto tra produzione, distribuzione e consumo di carne», afferma il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori, Massimo Pacetti, che aggiunge: «Un eventuale “ticket“ deve essere programmato con il concorso di tutte le categorie interessate al mercato della carne bovina. Deve essere supportato da risorse pubbliche per valorizzare sempre più la qualità delle produzioni e per tutelare i consumatori». Anche Confagricoltura ritiene che l´idea di Alemanno vada approfondita, a patto che non preveda iniziative che possano tradursi «in ingiustificati oneri sulle imprese di allevamento». «Le aziende zootecniche operano nel rispetto della legge, e subiscono in pieno le ripercussioni economiche della crisi – sottolinea il presidente, Augusto Bocchini -. Quel che è necessario realizzare è un impegno maggiore nella lotta contro i furti di bestiame, che possono condurre anche a vendite di prodotti facilmente individuabili, al di fuori dei regolari circuiti commerciali». Dalla Coldiretti, invece, almeno al momento, non arrivano commenti. Tra chi chiede un´attenta valutazione dell´ipotesi-ticket si schiera Maurizio Ronconi, presidente della commissione Agricoltura del Senato: «C´è da considerare – dice – che una tassa, sia pur ridotta, sulla carne potrebbe rappresentare un motivo in più di contrazione dei consumi». Sul fatto che per difendere la zootecnia italiana dall`emergenza mucca pazza non bastino i fondi messi a disposizione dal governo concorda il Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica. «Il rischio – avverte il segretario, Aldo Grasselli – è uno spopolamento delle campagne, perchè la zootecnia italiana è microaziendale ed ha un carattere familiare. Per questa ragione il settore ha una scarsa capacità di assorbire traumi come l`emergenza mucca pazza, che invece è stata tamponata bene dalle grandi aziende del settore che operano nel resto d´Europa».

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