I commercianti ci mettono la faccia: «Vergogna!»
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fonte:
- Gazzetta del Sud
«L’ Anas ci sta costringendo a chiudere le nostre attività. Non ci rimane altra scelta che quella di bloccare la Statale 106». È la minaccia forte lanciata dai commercianti di Saline Joniche, sempre più esasperati per i ritardi nella conclusione dei lavori alla rotatoria nord del paese, iniziati a fine gennaio e non ancora ultimati. Ce l’ hanno con l’ Anas, il cui operato definiscono «irresponsabile» e «vergognoso», ma anche con l’ amministrazione, rea di averli abbandonati. Un “j’ accuse” a tutto tondo, che non risparmia nessuno. Per toccare con mano i loro disagi, abbiamo fatto un giro in negozi e locali della zona nord, i più penalizzati dalla perdurante chiusura (in entrata) del bivio. Ebbene, il quadro che ne è emerso è fatto di rabbia mista a disperazione, sentimenti per lo più dovuti ai crolli di fatturato, ai cali di clientela e agli incassi ridotti. Motivi che hanno fatto pensare a qualcuno di loro di abbassare le serrande, una volta per tutte. È il caso di Antonio Romeo, proprietario di un supermercato, il più attivo nella protesta. Ha scritto al Prefetto, minacciato azioni legali, costituito l’ associazione volontaria dei commercianti di Saline e si è anche rivolto al Codacons. Le sue sono parole al fiele: «Non cela facciamo più. Nonostante i ripetuti appelli lanciati nei mesi scorsi affinché i lavori si concludessero prima dell’ estate, nulla è cambiato e molti di noi so no ormai in condizione di chiudere. È bene sottolineare che non si sta costruendo il ponte di Brooklyn, né il ponte sullo Stretto o un’ autostrada a 10 corsie, ma una semplice rotatoria, che due operai avrebbero completato in una settimana. Se l’ Anas non è in grado di ultimare i lavori, dia la possibilità a noi cittadini di farlo gratuitamente: dimostreremmo volentieri che in cinque giorni i lavori sarebbero conclusi. Nel mondo in dieci giorni ricostruiscono paesi interi, mentre qui una banale rotatoria aspetta da sei mesi». Come Romeo la pensano anche Natalino e Gabriella Familari, titolari di un tabacchino. «Da gennaio ad oggi- affermano – abbiamo avuto un calo di fatturato del 50 %, perdendo molti dei clienti abituali. Ci sentiamo presi in giro e abbandonati a noi stessi, in primis dalle istituzioni. Il paese è paralizzato da mesi per ritardi inammissibili e ingiustificabili nei lavori. Continuando così, saremo costretti a chiudere bottega». Sulla stessa lunghezza d’ onda è Francesco Benedetto, che gestisce un negozio di fiori e articoli da regalo. «La presenza di clienti si è più che dimezzata. Come se non bastasse la crisi economica generale, siamo costretti nostro malgrado a convivere con problemi di viabilità che ci stanno mettendo in ginocchio. È una situazione a dir poco paradossale, gestita con sufficienza dall’ Anas, incapace di garantire la presenza quotidiana di operai che, invece, vediamo lavorare a singhiozzo e a periodi alterni su due diversi cantieri». Angelo Verduci, titolare di una pizzeria, punta il dito contro Anas e amministratori. «È inconcepibile attendere oltre 6 mesi per completare una rotatoria, così com’ è altrettanto inconcepibile l’ inerzia degli amministratori che non hanno saputo dare gli input giusti per uscire da questa situazione di impasse. Personalmente avevo programmato l’ ampliamento del locale, con importanti investimenti, in vista dell’ estate, ma sono stato costretto a bloccare i lavori per il vistoso calo di introiti dovuti al perdurante stato di chiusura del bivio». Carmelo Cozzucoli, il cui negozio di ferramenta ha subito anch’ esso cali divendite non indifferenti, evidenzia il danno di immagine per il paese. «Fa male vedere i turisti che girovagano senza sapere la strada per andare a mare, ma fa ancora più male constatare che nessuno prende provvedimenti per risolvere il problema viabilità. Mi auguro che i commissari intervengano e ci tutelino adeguatamente nelle sedi opportune. Così non possiamo più andare avanti». Fra i commercianti c’ è anche chi non manca di sottolineare le promesse non rispettate dall’ Anas. È il caso della giovanissima Olga Mallamace, che gestisce una cartoleria. «Prima ci hanno detto che i lavori sarebbero stati completati a fine aprile, poi a fine giugno, ma, ad oggi, ancora non sappiamo quando la ro tatoria sarà completata. Nessuno ci dice nulla. In estate potevamo guadagnare di più, e invece le vendite sono diminuite e le tasse da pagare aumentate. Siamo veramente in difficoltà». Maurizio Barbaro, titolare di una piccola macelleria, è quasi rassegnato. «Il paese è morto. I turisti sono in calo e, quei pochi che ci sono, vista l’ assenza di segnaletica adeguata, sono costretti a chiedere informazioni a noi commercianti sulla strada da percorrere per arrivare a mare. Lo svincolo chiuso e i conseguenti disagi alla viabilità sono solo la punta di un iceberg che va a sommarsi a problemi già esistenti quali spazzatura, strade dissestate e carenza idrica». Anche per Paolo Diano, titolare di un’ ottica, «il mancato completamento della rotatoria nei tempi previsti ha accentuato i problemi dovuti alla crisi economica in atto», mentre per i parrucchieri Franco e Antonio Montagnini «i ritardi nei lavori da parte dell’ Anas hanno compromesso irrimediabilmente l’ economia del paese, quando invece in estate ci sarebbe dovuta essere una ripresa per tutti noi». Questo, in sintesi l’ amaro sfogo di una fetta consistente di commercianti della zona nord di Saline, che non chiedono favori, né cortesie, ma solo ciò che spetta loro di diritto: un bivio agibile che consenta a tutti di poter raggiungere agevolmente gli esercizi commerciali senza dover circumnavigare in lungo e in largo il paese. Sono stanchi di subire passivamente sulla loro pelle. Aspettano da sei mesi e sono pronti ad adottare la linea dura e bloccare pacificamente la Statale pur di salvare quanto costruito nel tempo attraverso anni di sacrifici.4.
federico strati
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