I comitati contro la centrale a biomasse
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fonte:
- Il Messaggero
FANO – I comitati contro la centrale a biomasse chiedono alla Regione di rimuovere tre dirigenti dell`ufficio Ambiente: Antonio Minetti, Giuseppe Mariani e Davide Piccinini. Il Codacons va anche oltre e pretende le dimissioni dell`assessore Marco Amagliani. Si conclude così, con questo uno-due ravvicinato, l`incontro di ieri nel Municipio a Fano. La riunione poneva un inquietante quesito: esiste un nesso logico tra i ricorrenti scandali dei rifiuti (dall`Agroter all`indagine attuale) e il progetto della centrale a biomasse, prevista a Schieppe di Orciano? Il nesso logico è, sia per i comitati sia per il Codacons, “l`assoluta mancanza di controlli“, un grosso varco nella rete che avrebbe dovuto tutelare la nostra provincia (e più in generale le Marche) da un uso distorto delle discariche o di altri impianti autorizzati a ricevere rifiuti specifici, come nel caso dell`ex cava Solazzi a Carrara di Fano. Ecco il motivo per cui sono state chieste le quattro dimissioni eccellenti. Un attacco a tutto campo contro la Regione, dunque: prende lo slancio dal pregresso (“Lo scempio è iniziato vent`anni fa nella vallata del Cesano“) e arriva all`impianto a biomasse. “Non ci fidiamo più della Regione“, ripetono a turno Corrado Canafoglia del Codacons, Alfredo Sadori e Adriano Mei dei comitati, al tavolo dei relatori insieme con Pio Bracco, del gruppo spontaneo ad Acqualagna. Temono l`espandersi anche a Schieppe dell`effetto Agroter, un impianto che avrebbe dovuto produrre fertilizzante, trattando solo alcuni tipi di rifiuti, per poi essere autorizzato (ritocco dopo ritocco) ad accogliere una quantità di materiali, ritenuti poco compatibili con l`attività. In altre parole, comitati e Codacons rilanciano il dubbio che l`impianto a biomasse finisca per bruciare soprattutto rifiuti, oltre a una parte marginale di sostanze vegetali. Il clima di sospetto alimentato, tra le altre cose, dalla recente conferenza dei servizi. Molto contestato l`epilogo di quella riunione, aggiornata a sviluppi successivi dalla Regione. “Si doveva decidere – ripetono i relatori – e invece si è rinviato di nuovo, si è detto in quell`occasione, per chiarimenti di carattere ambientale, che Arpam ha già dato da diverso tempo. Le possibilità sono due: o la valutazione dell`ufficio Ambiente è errata, e allora bisogna revocarla, oppure si doveva decidere sul progetto, ma la Regione si è sottratta. Per noi, però, l`esito è chiarissimo: Provincia e Comune di Orciano hanno espresso parere contrario, al massimo la Regione può fare 2-1, ma perde lo stesso“.
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