13 Giugno 2019

I bagni varano lo stop al fumo vicino ai bimbi e alle aree gioco

Mario Neri firenze. L’ esempio c’ è già, molti bagni in Versilia e sulla costa apuana hanno già applicato una linea di rigore: niente fumo in spiaggia, soprattutto nei luoghi frequentati dai bambini, vicino al ping pong, al campo da beach volley, alle piscine o alle aree giochi. «Si tratta di un invito, regole interne ai bagni, non certo di un divieto da introdurre in forza di una legge, ma molti la raccoglieranno – dice Lorenzo Marchetti, presidente dei balneari di Cna Toscana – Insieme all’ ordinanza regionale che introdurrà il divieto di utilizzo di stoviglie in plastica, vorremmo cominciare ad applicare misure e una campagna di sensibilizzazione che limitino il fumo in spiaggia». Marchetti è uno dei capofila. Nel suo stabilimento, il Bagno Tirreno a Marina di Massa, i cartelli bilingue con la scritta “Divieto di fumo” o “Per favore non fumare” campeggiano in vari punti. «Io l’ ho istituito sulla veranda – dice Marchetti – Anche se è all’ aperto, abbiamo deciso di introdurre un divieto tassativo. E poi ci sono cartelli vicini alle aree frequentate da bambini e ragazzi. È così dall’ anno scorso e ci siamo accorti che, ad esclusione di qualche isolato mugugno, i clienti apprezzano». «Ovviamente si tratta di una regola interna ai bagni, non è possibile istituire un obbligo con delle sanzioni, ma alcuni di noi pensano di farla valere anche sotto l’ ombrellone in presenza di bambini», dice Marco Pardi, capo dei balneari Confartigianato, durante la firma dell’ accordo in Regione. In realtà all’ inizio dei negoziati c’ era chi fra i balneari aveva chiesto alla Regione di inserire nel testo del protocollo anti-plastica anche un capitolo dedicato al divieto di fumo. Un vero e proprio stop, simile a quello varato da alcuni Comuni in Sardegna, in Liguria o nel Lazio. Ladispoli, Anzio, Olbia, Stintino, Sassari sono stati i primi a dare il via a una campagna che adesso prova a cavalcare anche il Codacons. Località rivierasche in cui non si fa più valere soltanto il divieto (con relative multe: da 50 a 500 euro) per chi abbandona cicche nella sabbia, ma anche uno stop al fumo. In spiaggia nessuno può accendersi una sigaretta.L’ associazione dei consumatori così cinque giorni fa ha colto la palla al balzo e ha spedito ai prefetti italiani con competenze sui Comuni costieri una lettera di diffida. Obiettivo: spingerli ad ordinare ai sindaci di mare a varare ordinanze come quelle adottate dai colleghi. E «se non saranno adottate misure urgenti, il Codacons «denuncerà nei prossimi giorni i Comuni per concorso in inquinamento e in danneggiamento aggravato del patrimonio naturale».«Abbiamo ricevuto la lettera – dicono dalla prefettura di Lucca – Dobbiamo ancora valutarla, ma sarà difficile chiedere ai sindaci una cosa del genere. Impossibile introdurre un obbligo senza una legge che ne stabilisca il principio». «Se fosse il Ministero dell’ Interno ad ordinarcelo, bene, ma sarebbe singolare se dovessimo prendere ordini dal Codacons», dice Paolo D’ Attilio, prefetto di Massa. «Di solito – spiega Sergio Di Iorio, viceprefetto a Grosseto – in presenza di una richiesta generale di associazioni dei consumatori si attende un indirizzo del Viminale». E per ora da Roma nessuno ha fatto sapere nulla.

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