I 4 arresti «revocati»
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fonte:
- Il Centro
Il pubblico ministero non volle retate
SULMONA. Erano cinque gli indagati della vicenda Roccaraso per i quali il sostituto procuratore Maria Teresa Leacche voleva chiedere la custodia cautelare in carcere. Ma alla fine depositò dal Gip solo quella per il sindaco Camillo Valentini.
Evidentemente il sostituto procuratore riteneva prima fondamentale ascoltare la versione del sindaco di Roccaraso, ritenuto la figura principale dell?inchiesta, attorno alla quale giravano tutti gli altri personaggi coinvolti. Una volta ottenuti i chiarimenti che cercava, Leacche avrebbe deciso se chiedere il provvedimento restrittivo anche nei confronti delle altre quattro persone.
Non ha avuto il tempo di farlo perché è andata in aspettativa prima che il gip, Luigi D?Orazio, accogliesse la richiesta di custodia cautelare nei confronti di Valentini. Al suo posto doveva farlo Salvatore Campochiaro, il magistrato chiamato a sostituirla. Ma anche lui ha potuto fare poco: il suicidio in carcere del sindaco, poche ore prima dell?interrogatorio di garanzia ha azzerato ogni cosa.
Intanto continuano a emergere nuovi particolari sulla vicenda della palazzina Edilmonte per la quale il sindaco Valentini era indagato per concussione. Ruotano intorno a un imprenditore sull?orlo del fallimento che, secondo l?accusa, sarebbe stato pronto ad accettare le proposte degli amministratori di Roccaraso pur di riuscire a completare l?immobile e vendere gli appartamenti; una boccata di ossigeno che gli avrebbe consentito di riprendere il suo cammino imprenditoriale. Ma la transazione, sempre secondo l?accusa, sarebbe stata eccessivamente onerosa. Oltre al rimborso di spese legali e tecniche per 78mila euro, l?accordo avrebbe prospettato l?esecuzione da parte della D?Aurora s.r.l., proprietaria della palazzina Edilmonte, di lavori di consolidamento del versante punta Rossa, l?acquisto dell?area comunale interessata dai lavori, l?esecuzione di prestazioni del tutto estranee alla materia oggetto di controversia. In sintesi, Valentini avrebbe chiesto alla D?Aurora la sistemazione del sottopasso ferroviario in via dei Tigli, indicando anche la ditta che avrebbe dovuto eseguire i lavori. Il sindaco, secondo l?accusa, avrebbe poi imposto l?estromissione di Nicola Del Castello dall?attività di intermediazione per la vendita degli appartamenti della palazzina Edilmonte.
Nel corso della vicenda, secondo le testimonianze rese dall?imprenditore Federico Tironese e dal suo avvocato Stefano Rossi, sarebbe stata avanzata una richiesta di transazione per 500 milioni dal presidente del Codacons, Carlo Rienzi, per conto del sindaco. Rienzi non solo ha sempre smentito Tironese e Rossi, ma il giorno dopo la morte di Camillo Valentini annunciò anche di aver presentato una denuncia per diffamazione nei loro confronti.
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